meteosettimo



E' una stazione poetica che da Settimo Torinese trasmettei propri bollettini quotidiani sugli aspetti della stagionein corso nella città.Emozioni ogni giorno registrate e diffuse,in direzione di chiunque può ricevere il suo segnale.I messaggi miglioriscelti a vicenda tra le stazioni in contattovengono ogni settimana poi archiviati su Meteo Diario.



Poesia Vagabonda 2013

28 e 29 SETTEMBRE 2013
BIBLIOTECA ARCHIMEDE - SALA PRIMO LEVI
SETTIMO TORINESE Piazza Campidoglio, 50 - ORE 17

ASSOCIAZIONE CULTURALE DUE FIUMI
in collaborazione con ECM, Biblioteca ARCHIMEDE
e CITTA’ di SETTIMO TORINESE

ingresso libero fino a esaurimento posti disponibili
info tel 3398099472
mail: manricolaz@libero.it

Settimo - traliccio "Tino Faussone"

Settimo - traliccio "Tino Faussone"
prog. arch. Adriana Zamboni

meteosettimo è:

Enrico Mario Lazzarin scrive poesia dalla 1a elementare. E’ socio fondatore dell'ass. cult . “Due Fiumi” di Torino e dintorni. E’ ideatore e organizzatore della rassegna di poesia e musica “Poesia Vagabonda” giunta alla 14a edizione, nella città dove risiede, Settimo Torinese. E’ redattore della rivista “Corrente Alternata”, . Ha pubblicato due raccolte di versi: "Non piove più" (Taurus -Torino,1999) e "Ombrelli d'aprile" (Magie di carta - Chieri, 2007). Ha vinto numerosi premi per la poesia e la narrativa.

Settimo Torinese - torre medioevale

Settimo Torinese - torre medioevale
50 anni di Settimo Città

foto del mese

foto del mese

martedì 30 settembre 2008



(Settimo, martedi 30 settembre 2008)_316
AL PRANZO DELLA LEVA 1958

Nuvole rughe che segnano il cielo e il tempo
sui volti dei cinquantenni riuniti a pranzo
per festeggiare una città che come loro fa il compleanno:
sorrisi discreti,
ricordi non più ricordati,
ne abbiamo 50 e l'allodola canta.

Occhiali e capelli bianchi,
le camicie aperte sulle pancette,
all'arrivo dell' uomo con le rose
per le signore 50 anni.

La Freccia Nera con Ottavia Piccolo,
le figurine Panini,
la bidella con il grembiule nero,
la TV dei ragazzi alle 17,30,
Rin Tin Tin.

Questi ragazzi non hanno più valori,
sono male-educati,
non andare in quella scuola sono tutti drogati,
l'acqua dei rubinetti era buona,
la statale per Torino piena di campi verdi,
la nebbia che durava settimane,
la sirena della Farmitalia a scandire le giornate
e le settimane quasi uguali.
Le nostre merende con pane burro e zucchero,
il mercato sotto la torre pieno di rondini,
la maestra buona,
il maestro del sud.

Ne abbiamo 50 e l'allodola canta.

Non ti avrei mai riconosciuto
se ti avessi incontrato per la strada,
mi hanno operato al cuore.
Al cuore dei sogni
Al cuore dei sogni
Stringo mani e abbraccio i miei anni,
mi specchio in uomini e donne,
guardo i loro visi.
Andiamo via alle 18.
Le montagne non si vedono.
Nuvole sfumate e lontane coprono il sole di fine settembre.
Ne abbiamo 50 e l'allodola canta.





"Proprio Questa Città" a Poesia Vagabonda

Per la 15° edizione di “POESIA VAGABONDA”
a cura dell’Assoc. Culturale “Due Fiumi”

VENERDI 26 SETTEMBRE

nell’AMBULATORIO VETERINARIO - Via Leinì,55 - Settimo Torinese
“PROPRIO QUESTA CITTA'”
memorie di un veterinario cinquantenne settimese
di e con il Dott. Silvano Capussotti






"In Caso di Poesia" a Poesia Vagabonda

Per la 15° edizione di “POESIA VAGABONDA”
a cura dell’Assoc. Culturale “Due Fiumi”

SABATO 20 SETTEMBRE


nella OREFICERIA IDEA ORO, di Carlini F. - Via Italia, 9 - Settimo Torinese
”IN CASO DI POESIA”
di e con Franco Dionigi
Musiche: Andrea Finino (arpa celtica)





"L'Eira d'Amour" a Poesia Vagabonda

Per la 15° edizione di “POESIA VAGABONDA”
a cura dell’Assoc. Culturale “Due Fiumi”


VENERDI 19 SETTEMBRE


al teatro GARYBALDI di Settimo Torinese
”L' EIRA D'AMOUR”
Settimo nella poesia di SALVATORE VIVIANI
Letture: Mario Brusa, Manuela Massarenti
Video: Domenico Franchino
Canzone e Musiche : Le Vos Grise e Alberto Cesa Cantovivo
Presentazione del libro di Paolo Silvetti in omaggio alla poesia di Salvatore Viviani
Serata a cura del GRES



"Specchio di Pace" a Poesia Vagabonda

Per la 15° edizione di “POESIA VAGABONDA”
a cura dell’Assoc. Culturale “Due Fiumi”

SABATO 13 SETTEMBRE

nella NEW OTTICA SETTIMESE – Via Italia,94 - Settimo Torinese
“SPECCHIO DI PACE”
Voci di donne – Identità in conflitto
Performer: Paola Zoppi
Musiche: Daniela Vendemiati (arpa)






"Adele e le altre" a Poesia Vagabonda

Per la 15° edizione di “POESIA VAGABONDA”
a cura dell’Assoc. Culturale “Due Fiumi”



VENERDI 12 SETTEMBRE


all’ ECOMUSEO DEL FREIDANO di Settimo Torinese
“ADELE E LE ALTRE”
serata a cura del Comitato Pari Opportunità del comune di Settimo
Proiezione del corto “Adele e le altre” di Badhole Video
Soggetto di Milena Paulon e regia di Silvia Novelli
Prodotto da CGIL SPI Torino





venerdì 19 settembre 2008


(Settimo, giovedi 18 settembre 2008)_315
L'UOMO CHE RIPARA OROLOGI

L'uomo che aggiusta il tempo
ha la faccia sempre in ombra
e non chiede mai che ora è:
sarebbe inutile,
come un saluto in una stanza chiusa e vuota.

Alle volte parla da solo con lancette rotte,
pendoli fuori tempo,
vetri ingialliti dagli autunni passati,
dentro un capannone industriale.

L'uomo che aggiusta il tempo non ha fretta di riparare
l'orologio a cui tieni tanto.
Poi voltandosi a guardare fuori
la pioggia sottile

pensa di cantare
ma poi torna dalla sua ombra.

lunedì 15 settembre 2008

(Settimo, domenica 14 settembre 2008)_314
Sabato: improvviso l'autunno

Quasi la pioggia ha raggiunto l'edera selvatica
e si arrampica per i muri come la foglia.
Ma poi l'acqua torna a essere acqua,
il cielo grigio solo grigio e poco cielo,
il gatto si è messo al riparo

Il sottopasso allagato, la strada chiusa
ci obbliga a fare un lungo giro per arrivare a casa.
L'autunno ci appare improvviso,
come una bolletta dimenticata scaduta e da pagare.

venerdì 12 settembre 2008


(Settimo, mercoledi 10 settembre 2008)_313
PARTENZE 39 (qualcosa è finito / Sara e Alice)

Erano sedute sulle panchine della piazzetta "Martiri della Libertà".
Alice succhiava il ghiacciolo al limone lentamente,
Sara fumava la sua ventesima "Diana Blù"
accartocciando il pacchetto e tentando di fare canestro
con il cestino che aveva di fronte a due metri più in là,
ma non lo centrò.
E disse:
"Non va bene niente da un po’ ...la moto rotta,
quei soldi che ci devono dare non li abbiamo visti
e poi fra tre giorni dovremmo partire per il mare
e Rino non si è fatto vivo.
Non va bene tra noi due".

Alice la guardò come si guarda una sorella
a cui non devi dire niente perchè tanto sa già cosa dirai,
si alzò dalla panchina e si allontanò senza salutare,
senza più voltarsi.
Sara si accese un altra Diana Blù dal pachetto nuovo
e disse qualcosa che non era un imprecazione,
balbettò: "Ma dobbiamo andare al mare...".

Sara guardò il cielo lattiginoso
e il tiglio che prolungava l'ombra,
poi andò via sola,
nella strada in pieno sole alle sedici.

martedì 9 settembre 2008

(Settimo, martedi 9 settembre 2008)_312
BELLA GIORNATA

Tutto è luccicante,
il cielo brilla nel vetro smussato arrotondato dal grande fiume.
Il ragazzo ha scoperto un esca nuova
che funziona bene.
E’ contento, fuma la sua prima sigaretta
mentre un gatto l'aspetta
dietro l'angolo d'edera e menta.
Bella giornata limpida nei contorni che fa la montagna
che scende fino alla ghiaia del fiume,
illudendo i costumi da bagno di chi non è potuto andare al mare
e prende il sole sul greto del Po.

(Settimo, lunedi 8 settembre 2008)_311
PARTENZE 38 (è tutto facile / Claudia)

Il rumore era insopportabile,
allora qualcuno si alzò ad abbassare il volume.
Ma non si riusciva a parlare in maniera naturale:
Ciro si alzò e disse a Claudia di seguirlo
fuori dal locale Disco Pub Celtic Romas.
Sulla strada finalmente le spiegò
quello che avrebbe dovuto fare l'indomani mattina,
agitando le mani e alzando il pugno per sottolineare qualcosa
che andava fatto assolutamente,
seguendo le istruzioni che le stava dando.

Claudia muoveva il capo lentamente su e giù,
in segno di approvazione e di aver capito
ma non pronunciò nemmeno un si, nè disse una parola,
soltanto un ciao quando andò verso la sua Punto bianca.
Accese la radio:
"Ricordi sbocciavano le viole...
così per noi l'amore che strappa i capelli è perduto ormai...
non resta che qualche svogliata carezza ..un pò di tenerezza "
Battiato che canta De Andrè: pensò, meglio Fabrizio.

Quando sentì il freddo dell'acciaio cingergli i polsi
e le manette serrare le mani,
guardando il carabiniere baffuto disse: "E' tutto facile...."
Il cielo era grigio,
il direttore della banca stava rispondendo
alle domande dei giornalisti:
quella volta non erano riusciti a rapinare la sua banca.
La Tipo dei carabinieri sgommò partendo a razzo
con dentro Claudia che guardava il cielo grigio
e la banca allontanarsi.
Sul lato opposto della strada, Ciro che fumava
seduto su un vecchio motorino Ciao.

lunedì 8 settembre 2008

(Settimo, domenica 7 settembre 2008)_310
PARTENZE 37 (l'ultimo incontro / Lorena)

Tutto era finito presto.
Alla seconda ripresa fu messa al tappeto
dalla mongola Serka, Campionessa Continentale Asiatica.
Lei era rassegnata alla sconfitta,

aveva 39 anni e troppi incontri fatti,
ma il suo manager voleva fare ancora soldi.
Giravano in incontri già decisi dal valore delle sfidanti
e non c'era scampo per Lorena, la Furia di Cernusco.
Così veniva chiamata, questa donna corpulenta e piccola di statura,
con la scuola dell'obbligo mai finita, che non sapeva quasi leggere,
se non il suo nome nei giornali sportivi o sulle locandine
che pubblicizzavano gli incontri di boxe.

E poi la boxe femminile andava male.
Poco pubblico e soprattutto pochi sponsor,
in Europa non c’era molto interesse, a volte più fastidio .
Succedeva che per avere un posto adeguato

per svolgere gl’incontri,
si cercasse in province lontane dalle luci delle metropoli,
ma Lorena non sapeva fare altro che dare pugni

e soprattutto prenderli.
Era un eccezionale incassatrice.

Marco, il suo manager le disse:
"Domani si va a San Pietroburgo a cercare

di avere degli ingaggi buoni per la prossima estate".
"No !! non credo che combatterò ancora"
sussurrò con voce calma Lorena,
poi guardò fuori dallo spogliatoio la pioggia cadere
e le luci della pianura farsi luminose e lucide per la pioggia.

Domani sarebbe partita per Cernusco dove l'aspettavano Reb e Rob,
due gatti siamesi, gli unici esseri a cui voleva davvero bene.
Si guardò allo specchio,

fece un sorriso con il labbro superiore tumefatto
che le provocò dolore.

(Settimo, domenica 7 settembre 2008)_309
PARTENZE 36 (viaggio premio / Noemi)

Era molto stanca, Noemi.
La mattina seguente sarebbe partita per il viaggio premio,
offerto dalla ditta per cui lavorava come venditrice di aspirapolveri.
Aveva raggiunto il nono livello, e ce n’erano 12 di livelli.

Preparò le valige con cura, guardò l'ora, erano le due e un quarto.
Si buttò sul letto tirando il lenzuolo
e togliendosi le scarpe e la gonna pantalone,
poi si addormentò, dimenticandosi di puntare la sveglia alle sei.

Perse l'aereo che partiva da Linate alle nove:
pianse dalla rabbia ma poi si riprese e iniziò una serie di telefonate
per appuntamenti dimostrativi.
Il primo alle 14, proprio l'orario di arrivo dell’aereo
che avrebbe dovuto prendere per le spiagge del Senegal.
(Settimosabato 6 settembre 2008)_308
PARTENZE 35 ("E tu dove vai in vacanza?" / Giovanna e Sandra)

Aveva ancora due giorni di lavoro
e poi per tre settimane, sarebbe stata libera da impegni lavorativi.
Erano 23 anni che svolgeva la professione di segretaria
presso lo studio deggli avvocati associati Lifer e Tonnart.
La vacanza che aveva programmato con la sua amica Lisia
era saltata perchè l'amica si era ammalata di labirintite
e malgrado fosse migliorata, non se la sentiva di partire
per il Mar Rosso.

Aveva provato a chiamare le amiche del Club Musicale
ma quasi tutte erano sposate o fidanzate
e nessuna era interessata a fare le vacanze con lei.
Mise allora un annuncio sui giornali locali,
molti uomini risposero, ma lei non era interessata agli uomini.
Finchè una giovane donna rispose all'annuncio di Giovanna:
era una infermiera di nome Sandra
che lavorava in una clinica per malati psichici.
Si conobbero, si piacquero e decisero di partire insieme.
Qualcuno da una settimana telefonava in piena notte a Giovanna,
una voce metallica e asettica senza inflessioni dialettali,
le poneva ogni notte la domanda "E tu dove vai in vacanza?"

Arrivò giovedi.
Presero la navetta per l'aereoporto della Malpensa.
L'autista che fungeva anche da bigliettaio,
senza guardare Giovanna disse: "Sono 15 euro e 50".
Giovanna si irrigidì,
sentendo l'identica voce telefonica della notte,
che le domandava "E tu dove vai in vacanza?"
Si accorsero che erano le uniche passeggere,
su quel pullman che sfrecciava in A4 verso la campagna ....

(Settimo, sabato 6 settembre 2008)_307
PARTENZE 34 (le chiavi dentro il tombino / Marilena)

Marilena era arrivata alla tintoria della sorella,
il cielo era grigio, erano le 7,30 di un martedi mattina.
Nel pomeriggio sarebbe partita
per il mare della Versilia a Lido di Camaiore.

Aveva 35 anni, si era separata dal marito da sei mesi
perchè era un uomo violento e incapace di amare
se non se stesso .
Parcheggiò la Panda di fronte allla tintoria e scese.
Il mazzo di chiavi le sfuggì dalle mani
e cadde dentro la grata di un tombino .
Entrò in tintoria, la sorella Giada stava stirando,
Marilena le disse delle chiavi e uscirono cercando di capire
come fare a recuperare le chiavi .
Dopo molti tentativi andati a vuoto e intanto si erano fatte le 11,30,
qualcuno pensò che era inutile,
che le chiavi non sarebbero state più recuperate.
Marilena il giorno dopo era sdraiata al Lido di Camaiore,
felice della bella giornata di sole e di essere in vacanza.

Le chiavi furono poi trovate dalla famiglia dei topi,
gli abitanti di quel tombino,
che andarono la notte sucessiva a casa di Marilena
e trovandola confortevole e bella,
vi s’installarono compresi anche gli anziani.

venerdì 5 settembre 2008

(Settimo, venerdi 5 settembre 2008)_306
PARTENZE 33 (Cambio di stanza / Lucia e Roberta)

Tutto era pronto per la partenza di Lucia,
il taxi era sulla strada che aspettava.
Una settimana a Monastir in Tunisia,
con l'amica Roberta che per l'occasione
aveva dormito a casa di Lucia.
Lucia chiuse la porta e sospirò profondamente
e sorrise a Roberta, che rispose con un occhiolino.

Il viaggio fu piacevole,
adesso erano nella stanza 202 che era sul retro
e dava sui motori di aspirazione e condizionamento.
La prima notte non riuscirono a dormire,
tanto era il fragore di quei motori .
La mattina si recarono alla reception e chiesero del direttore,
che non era presente.
Aspettarono più di due ore e finalmente
il direttore le ricevette nel suo ufficio.
Il direttore era un egiziano e conosceva l'Italia,
per avere studiato a Perugia.
Fu gentilissimo e cerimonioso e promise che appena
si fosse liberata una stanza, avrebbe dato disposizioni per cambiargliela.

Passarono ancora due notti
e poi a Lucia e Roberta fu cambiata la stanza
che era al piano terra ed era più piccola ma finalmente silenziosa.
Tornarono dalla festa fatta sulla spiaggia in costume locale:
erano su di giri, avevano conosciuto dei ragazzi di Modena
molto simpatici ed erano felici .
Arrivarono alla nuova stanza, la 21,
aprirono la porta e Roberta accese la luce:
si accorse subito che qualcosa non andava,
il pavimento aveva un colore scuro e quel colore si muoveva.
Erano scarafaggi, la stanza era invasa da scarafaggi.

La mattina tornarono dal direttore che gli sorrise
offrendo loro un altra stanza e scusandosi per l'accaduto,
dicendo che gli scarafaggi nell'antico Egitto erano sacri e venerati.
L'ultima notte finalmente si addormentarono
nella nuova stanza, la 313,
finchè alle tre udirono un urlo disumano
provenire dalla stanza accanto.
Si abbracciarono, poi Lucia accese la luce e uscì.....

(Settimo, venerdi 5 settembre 2008)_305
LAMPO LONTANO

Nella notte da lampadina blù
ho visto il lampo lontano verso Milano.
Laggiù senza rumore è nato
e scomparendo ha lasciato scie per i neon rimasti accesi:
nei viali dai tigli malati,
nella città dove sei rimasta sola,
con la tua allegra voglia di andare,
chissa se anche tu hai notato
il lampo e pensato al sole di domani

Alle settimane che passano tra le mani
come la crusca per il pane integrale,
alle parole mai usate
alle auto comprate a rate
alle passeggiate sul lago
al confine passato

Alla notte finita presto,
al lampo lasciato al mare lontano.
(Settimo, giovedi 4 settembre 2008)_304
ENTRATA

Respira piano la finestra aperta
senza luna
e ora una mattina mutevole appiccicosa e grigia di caldo,
entra dalla cucina.

raccolta differenziata dei giorni nei contenitori appositi,
delle memorie dissolte in un riflesso di fiume,
in un angolo di bocca,
nella parola rimasta muta.
"Una giornata al mare" canta Giorgio Conte.

senza scorie
ognuno dovrebbe provarci, a riciclare le giornate sbagliate.

giovedì 4 settembre 2008


(Settimo, giovedi 4 settembre 2008)_303
PARTENZE 32 (chi si ricorda dei Ter de Mer? / Giuliana)

Non si apriva.
Giuliana prese allora il batticarne e diede un colpo deciso:
la scatola gialla e marrone con un suono, quasi un lamento, si aprì.
Le mani frugavano con impazienza e rovesciarono il contenuto
sul tavolo della cucina.
C’erano biglietti da visita di ristoranti, cantine, gruppi musicali,
che non facevano più musica con gli strumenti,
ma la musica immaginata.

E finalmente trovò quel biglietto fuxsia.
I Ter de Mer che diventarono famosi per tre lunghi mesi
nella primavera del 2046.
Era l'estate del 2058 e dei componenti il gruppo si erano perse le tracce.
Giuliana era una giornalista a sbalzo, cioè per dirla con parole odierne,
era una precaria.
L'incarico di fare un servizio sui Ter de Mer, le era stato dato
dal direttore in persona del giornale "LA NOTIZIA DENTRO",
un trisettimamale di approfondimenti della città di Domas,
a nord di Torino.

Giuliana si mise in salpar, che era un mezzo di trasporto individuale,
a metà tra la bicicletta e la cariola dei muratori di fine novecento,
ma era funzionale e veloce, visto che il traffico era diventato inimmaginabile.
Per fare dieci chilometri, a volte si impiegavano molte ore.
Aveva solo quel loro biglietto pubblicitario fuxsia, che la portava fuori città.
Arrivò che il sole era tramontato.

Entrò nell’apay che era una specie di bar,
dove ci si poteva anche fare una doccia e cambiare le batterie al salpar,
visto che l'autonomia era di 275 chilometri e lei ne aveva fatti 260.
Domandò se qualcuno si ricordava dei Ter De Mer,
ma nessuno dei presenti, una decina di persone
(i più erano viaggiatori di passaggio) disse nulla.
Qualcuno le diede un occhiattaccia e girò in fretta la testa.
Chiese all' uomo addetto al bancone se era possibile cenare.
Dopo aver mangiato con appetito
Giuliana fu attirata da un odore musicale,
che era stata la grande intuizione dei Ter de Mer.
Perchè i Ter de Mer, oltre la teoria avanguarte della musica immaginata,
erano arrivati a far percepire la musica con l'olfatto,
avevano cioè scoperto che alcune essenze erano musicali,
ma poi sparirono .
Giuliana uscì che pioveva.
Un uomo con impermeabile scuro le si avvicinò,
mostrandole il tesserino del controspionaggio
per la sicurezza spirituale e religiosa,
(la polizia più crudele e temuta da tutti di quel periodo):
“Lascia stare i Ter de Mer e dimentica di essere stata qui oggi”.

Giuliana arrivò a casa stanca e spaventata.
Qualcuno le aveva infilato un biglietto sotto la porta,
aprì la busta e lesse:
“Se vuoi incontrare i Ter De Mer, vieni alla rotonda,
alle tre e tre minuti di domani notte”.
Giuliana guardò fuori, aveva ripreso a piovere.

mercoledì 3 settembre 2008

(Settimomercoledi 3 settembre 2008)_302
PARTENZE 31 (Leo e la partenza sognata)

Aveva preparato tutto con cura quasi maniacale,
era la sua grande occasione,
l'unica volta che poteva dimostrare a se stesso e al mondo
che era il più bravo nel viaggiare sognando.
Erano le 26 del 33 Aprile 2158.
Il tempo era stato ripartito in maniera diversa,
non più 24 ore ma 28 ore e così si erano dilatati
anche i giorni, le settimane ecc.
Questo perchè tutto era veloce
e i pochi sopravissuti alla teoria della lentezza,
erano stati condannati al confino per sempre,
in orbite lontane su capsule che non sarebbero più tornate.

Leo era un figlio di una teorica della lentezza,
per questo tenuto sotto controllo dalla sicurezza centrale.
Ma in tutti quegli anni il suo comportamento era irreprensibile.
Leo era uno dei tre esseri umani in tutta la galassia nordorientale,
che riusciva a sognare di viaggiare e sognando,
si spostava di 10000 volte più veloce della luce
e questo interessava i militari e tutti i vari
agglomerati parlamentari e consigli nazionali e intergalattici.

Ma doveva dimostrare questa cosa davanti a specialisti
e scienzati esperti mandati da tutto il cosmo.
Iniziò a sognare, ma non si sveglio mai più!

(Settimo, martedi 2 settembre 2008)_301
PARTENZE 30 (le gemelle del passato / Loredana e Marila)

Loredana era sulla terrazza di casa
che guardava il sole tramontare sulla distesa delle risaie,
al confine tra Piemonte e Lombardia
e pensava al viaggio che l'indomani avrebbe dovuto affrontare.

Partirono da Malpensa e arrivarono a Santiago,
con volo diretto, dopo 14 ore.
Tutto le sembrava familiare, anche se in Cile non c’era mai stata,
dopo la sua nascita.
A sei mesi fu portata a Milano, da un addetto all'ambasciata boliviana
e illegalmente adottata da una coppia di dentisti milanesi,
che le vollero bene e oltre l'affetto, le lasciarono una fortuna,
essendo lei stata riconosciuta unica e definitiva erede,
dopo svariate battaglie legali con i parenti dei dentisti.

Il viaggio di Loredana
aveva lo scopo di rintracciare una sorella gemella
ed eventualmente i propri genitori,
che dopo il colpo di stato dei militari erano scomparsi.
La sua, pensava, era una partenza passata
perchè lei vedeva il passato come una specie di futuro,
non conoscendo nulla di cosa era capitato alla sua famiglia d'origine.

Il giorno seguente si mise alla ricerca del suo passato,
aiutata da Rico un giovane studente universitario.
Ogni sera facevano il punto delle ricerche
e Rico era molto gentile e premuroso,
finchè ebbero la certezza di aver ritrovato la sorella gemella,
che era medico oculista e aveva un ambulatorio in centro città.

Dopo che Marila, la gemella di Loredana, aveva finito le visite,
andavano in giro a piedi per la città e si raccontavano la vita,
che fino ad allora avevano vissuto separate.
(Settimo, martedi 2 settembre 2008)_300
PARTENZE 29 (il succo della partenza / Mariapia)

Era tre giorni che Mariapia doveve partire,
ma per vari contrattempi non aveva ancora bevuto
il succo della partenza.

In quel periodo per partire si bevevano vari succhi
a seconda di dove si voleva andare:
c’era il succo Nordamericano,
quello Africano che si mischiava al paese specifico
in cui era la meta del viaggiatore,
Canada, Sudafrica ecc.

Nel 2108 erano tante le ditte a produrre queste bevande
che trasportavano le persone
e la qualità come il prezzo era molto diversa.
C’erano i succhi low cost che erano a basso prezzo
ma avevano effetti collaterali spiacevoli,
come dissenteria per settimane o peggio il singhiozzo del viaggiatore,
che era sempre un suono con fuoriuscita d'aria,
ma non dalla bocca e si può immaginare …

Mariapia bevve il succo per il Messico e dopo tre minuti
era nello Yucatan in perfetto orario,
in visita alla sorellastra a cui era molto legata.

lunedì 1 settembre 2008


(Settimo, lunedi 1 settembre 2008)_299
PARTENZE 28 (Sandro, il cuoco di Malaga)

Il cuoco anziano sedeva fuori,
sugli scalini di accesso al retro della cucina
dell’Hotel Espinosa a Malaga.

Fumava Ducados da più di trentanni:
oggi ne compiva 64 e si sentiva stanco e malinconico .

La moglie se ne era andata
con un venditore di utensili per la cucina,
che era anche suo amico:
partirono per il Sud America e non se ne seppe più nulla.

Le figlie erano lontane:
una a Roma aveva aperto una pizzeria e l'altra a Boston,
che si occupava di immobili .

Sandro era alle prese con il menù settimanale
che non veniva mai rispettato,
perchè il direttore risparmiava sulle forniture e faceva la cresta.

Sandro entrò in direzione con il capello da cuoco in mano
e si levò la giacca bianca,
mentre il direttore era occupato al telefono.

Con calma posò tutto sulla scrivania e disse in tono solenne:
"Dò le dimissioni".
Il direttore mise a posto la cornetta,
lo guardò con rabbia e stupore, poi urlò "Non puoi!".

La mattina seguente Sandro arrivò a Fiumicino:
ad aspettarlo c'era un uomo con due baffoni e un cartello bianco
e la scritta arancione “BENVENUTO SANDRO” .

Era un buon venerdi, il cielo era terso, la temperatura di 27 gradi.
(Settimo, lunedi 1 settembre 2008)_298
PARTENZE 27 (i ragni di Mery)

La mano toccò il finestrino dell' auto e poi Linda ci mise la bocca,
baciando il vetro scuro e facendo gridolini di gioia.
Se ne stavano andando i protagonisti
della serie TV più popolare del momento
e i loro fans da ore in attesa, avevano avuto una manciata di secondi
per vederli e cercare di toccarli .
Linda era stata fortunata, li aveva visti sorridenti dalla Mercedes blindata,
poi era tornata a casa con Mery a cui non fregava niente di quegli attori.
Lei era appassionata d’insetti:
li fotografava, li studiava, li allevava.

Iniziò a piovere, le due ragazze si ripararono sotto la pensilina
e Mery tirò fuori dalla tasca dell'impermeabile,
due ragni di colore giallo e nero.
Linda si mise a urlare, quando un ragno le finì sotto la camicetta,
morsicandole il seno sinistro.

La pioggia scendeva forte.
I divi attori erano partiti per Londra con il volo delle 19.
Linda giaceva a terra immobile.

(Settimo, domenica 31 agosto 2008)_297
PARTENZE 26 (la notte sicura / Ivana)

Tutto era pronto.
Ivana la nuova stella del rock,
aveva mangiato ostriche e caviale,
innaffiate da birra doppio malto belga.
Tutti i biglietti erano stati venduti da parecchie settimane.

Come diceva Van De Strokz, il suo manager, agente e amante Pilly,
era una notte sicura.
"Non ti preoccupare, è una notte sicura, Ivana "
ripeteva a Ivana masticando foglie di zucchine.
Il pubblico era composto da ultraottantenni:
il rock nel 2068 era una musica per vecchi ,
anche se l'età media era salita di parecchio,
110 anni per le donne e 105 per gli uomini.
Ivana ne aveva 77.

Il problema era la sua protesi dentaria,
che nessun dentista era riuscito a saldarle bene al palato:
era già successo che durante un concerto,
la dentiera di Ivana cadde e il concerto fu sospeso sul più bello.
Ma quella era una notte sicura,
piena di giovanissimi sessantenni che accompagnavano fidanzate.

Finì tutto bene, a parte una decina di decessi per ictus e infarti,
tra il pubblico che faceva uso di sostanze stupefacenti ad alto rischio.
La droga non era più un tabù in quel periodo storico,
era invece vietato spostarsi e viaggiare,
lo si poteva fare solo in maniera virtuale.
Ma Ivana la notte dopo il concerto partì con una bicicletta cibernetica
e due borracce di Cola Cola UUU!!!
Non sapeva dove sarebbe arrivata,
ma sapeva che da lì a poco l'avrebbero arrestata e condannata,
per quello che stava facendo.
Ma la notte era sicura.
(Settimo, domenica 31 agosto 2008)_296
PARTENZE 25 (ritorno all'est / Olga e Ivan)

Si stavano spostando ogni quattro, cinque giorni,
facendo due spettacoli e la domenica tre.
Il circo Maderth arrivava dalla Slovacchia
ma era stato fondato in Ungheria negli anni cinquanta,
da un domatore che perse un braccio a causa delle tigri,
che una sera lo salutarono troppo calorosamente.

Ma questi erano tempi duri per gli spettacoli circensi,
soprattutto nell’europa dell’ovest:
in questi paesi, gli animalisti sempre più numerosi
mettevano i bastoni fra le ruote ai circhi
dove si esibivano gli animali e il circo Maderth era uno di questi.
Finchè il proprietario decise di far esibire gli uomini
con un costume da tigre ma non funzionò,
era più uno spettacolo da pagliacci.
Allora ordinò ad una ditta giapponese quattro robot tigre,
ma c’erano probblemi con l'autonomia delle batterie
e capitava che si fermassero sul più bello.

Tornare all'est dove gli animali domati
erano ancora ben accetti:
ecco, partiremo a fine settembre, disse Ivan a Olga,
abbracciandola e guardando fuori dal camper
il sole che sorgeva.

(Settimo, domenica 31 agosto 2008)_295
PARTENZE 24 (i conti che non tornano mai / Oreste)

E’ che i conti non tornavano mai !
Il lavoro di Oreste era quello di farli tornare.

C’erano diverse vie da percorrere
per arrivare alla casa di Maria Laura:
Oreste prendeva sempre quella del mare,
gli piaceva guardare la linea dell'orizzonte
e osservare i gabbiani volare e tornare a terra.
Aveva tre giorni, poi sarebbero partiti per Cordoba,
ospiti della figlia adottiva.

Doveva trovare il modo di spostare 10 milioni di euro
dalla terza contabilità, quella più sporca, alla prima,
quella totalmente alla luce del sole, quella legale.
Oreste era solo un ragioniere, non si era mai laureato,
ma era arrivato ai vertici della banca per cui lavorava,
era il responsabile del bilancio e a capo di ben 250 persone .
Chiamò la sua segreteria dal cellulare,
concluse la telefonata durata alcuni minuti,
con: "Sapete quello che dovete fare!"

Il giorno seguente parti con la moglie e i due cani per Cordoba.
La mattina seguente,
le agenzie stampa di tutto il mondo davano la notizia
della fusione di due grandi banche,
una del nord italia e l'altra della Spagna.
Oreste sorrise soddisfatto, ancora una volta i conti tornavano.

Il giorno seguente rientrando nella villa di Cordoba,
sorprese Maria Laura a letto con il giardiniere.
Oreste non disse nulla, mentre Maria Laura lo baciava
per ringraziarlo del regalo di anniversario,
che era una Ferrari bianca, l'unica al mondo.
I conti tornavano sempre per il ragioniere Oreste.