STANOTTE HO CAPITO COME FUNZIONANO LE CANZONI
Lei era lì nella sala dello spettacolo:io non me l'aspettavo, era da tanto che non sapevo nulla. Le avevo scritto una poesia in spagnolo intitolata "quisiera mirarte" e adesso la miravo (io non scrivo le cose per finta) e ci siamo scambiati alcune parole, un certo numero di parole e anche un abbraccio e un bacio sulla guancia:lei aveva una blusa di colore variegato, i capelli raccolti in un codino di sbieco e poi ho notato che al polso sinistro aveva un certo numero di laccetti colorati legati insieme con un solo nodo, non posso giurare che fossero quattro però mi sono sembrati più di tre e cinque laccetti sarebbe esagerato, quindi è possibile che fossero quattro e dello stesso colore dei miei:infatti io ho quattro laccetti legati al polso destro con un solo nodo: notando questa diciamo coincidenza non ho pensato alle canzoni - non ancora - però mi è venuto in mente un libro o film o musical o qualcosa così: adesso non ricordo e non ho voglia di cercare con Google, mi sono rotto di cercare con Google, comunque s'intitola "Lassù qualcuno mi ama" e a me è venuta in mente precisamente la variante "lassù qualcuno mi prende per il culo". Durante tutto lo spettacolo, ascoltando poesie e canzoni l'ho guardata:la guardavo e ascoltavo le canzoni e ascoltavo qualcosa dentro me con del pianto negli occhi che guardavano e il sangue che mi mulinava strano, per fortuna nessuno se n'è accorto, almeno credo che nessuno si sia accorto,e ho capito come funzionano le canzoni. Se voi l'avevate già capito da tempo non è obbligatorio che mi facciate quei sorrisini del cazzo, ognuno capisce quando capisce,io stanotte ho capito come funzionano le canzoni. Sì, le canzoni, le canzonette ma anche certe canzoni più quotate, dicono cose da fare spavento: "ora vedraiun uomo piangere" oppure "se te ne vai mi resterà il silenzio per l'eternità" o addirittura "muoio senza te"e io ero sempre rimasto perplesso, perplesso perché il cantante dopo cantato mica piangeva, salutava il pubblico gridando "grazie, vi amo, vi amo, grazie, vi amo", rilassato e contento, poi non restava mica in silenzio per l'eternità,no, si faceva intervistare dalla radio e andava a cena e chiacchierava assai e poi mica moriva senza lei,no, non moriva, perché la sera dopo aveva una replica, e un'altra, una tournée ed era vivo, vivo senza lei. Io ero sempre rimasto perplesso ma adesso guardando lei e ascoltando la distanza fra lei e me,la distanza fra noi e le canzoni,ho capito come funzionano le canzoni.Le canzoni possono funzionare soltanto se sono per finta, se sono per scherzo, se dicono così tanto per dire: è così che funzionano le canzoni,forse anche le poesie, certe poesie ma non le mie. Io se scrivessi che muoio per lei poi morirei: per questo non lo scrivo e sono vivo. Per fare le canzoni bisogna che sia finto. Perché quando è vero, quando una cosa vera quando una cosa inutilmente quando una cosa ridicolamente vera ti mulina il sangue, ti si schiaccia negli occhi, non si può dire, non si può scrivere, forsenon si può vivere, non si può nemmeno vivere, e se proprio scrivi scrivi solo cose lievi parlando quasi d'altro, perché "muoio per te" lo si può dire soltanto per finta, le volte che è vero nessuno l'ha mai detto. Ho capito come funzionano le canzoni e certe poesie, però non le mie: e questa notte io non scriverò versi per un amore inutile e ridicolo: farò una riverenza, due passi nella notte, e scriverò un breve addio per finta.
(poesia di C. Molinaro, 5 ottobre 2009)
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