
le parole del Gatto
serata con la poesia di Walter Pasian
tra letture, musiche e ricordi
8 ottobre 2008
teatro Garybaldi
Settimo Torinese
presentazione del libro
"Calligrammi e altre storie"
poesie e racconti di Walter Pasian
(1985/2005)
Dopo che Walter Pasian alias Gatto ci ha lasciati, alcuni che hanno
incrociato con lui una parte della loro esistenza hanno cercato
qualche risposta tra i quadri, tra gli appunti, tra i vari scritti
che erano rimasti. Hanno trovato Calligrammi.
Un’opera per molti versi sorprendente, di cui Walter stesso
aveva scritto un’autoprefazione. E poi una serie di poesie
e racconti, alcuni battuti a macchina, altri scritti a mano
serata con la poesia di Walter Pasian
tra letture, musiche e ricordi
8 ottobre 2008
teatro Garybaldi
Settimo Torinese
presentazione del libro
"Calligrammi e altre storie"
poesie e racconti di Walter Pasian
(1985/2005)
Dopo che Walter Pasian alias Gatto ci ha lasciati, alcuni che hanno
incrociato con lui una parte della loro esistenza hanno cercato
qualche risposta tra i quadri, tra gli appunti, tra i vari scritti
che erano rimasti. Hanno trovato Calligrammi.
Un’opera per molti versi sorprendente, di cui Walter stesso
aveva scritto un’autoprefazione. E poi una serie di poesie
e racconti, alcuni battuti a macchina, altri scritti a mano
nel lungo e tormentato periodo che va dal 1985 al 2005.
Forse in queste pagine non c’è alcuna risposta.
Ma c’è l’ultimo gesto poetico e letterario di Walter Pasian.
Non è poco.
Pubblicando "Calligrammi" e altre storie inedite,
Forse in queste pagine non c’è alcuna risposta.
Ma c’è l’ultimo gesto poetico e letterario di Walter Pasian.
Non è poco.
Pubblicando "Calligrammi" e altre storie inedite,
queste persone hanno voluto rendere un tributo alle parole
di un uomo che ha lasciato un segno profondo nella loro vita.
Certi che quelle parole possano lasciare un segno
anche in chi non ha avuto la fortuna di conoscerlo.

Certi che quelle parole possano lasciare un segno
anche in chi non ha avuto la fortuna di conoscerlo.

Perduto alla stazione
Pioggia e ancora pioggia sopra la città,
gente lungo ai muri e pioggia anche più in là
e questa solitudine che non mi molla mai
e le mie scarpe umide che han visto troppi guai.
Ah non si può mai dire fin dove giungerai
e aspetti questo treno che non arriva mai
che non arriva mai
che non arriva mai
Ho visto volar via la rondine lassù
rimane solo il nido, vuoto sempre più
ho visto la gente in gamba sparire nella notte
ne ho visto altra ancora che ha preso tante botte.
Ma qualcuno lo rivedo ed è sempre uguale sai,
attende ancora un treno che non arriva mai
che non arriva mai
che non arriva mai
Contrade polverose si estendono laggiù
si perdono nei campi fin sotto il cielo blu
nascondono situazioni troppo personali
di gente che ci crede che siamo tutti uguali
e l’oceano si infuria, qualunque cosa fai
e comunque aspetti un treno che non arriva mai
che non arriva mai
che non arriva mai
Quella ragazza è triste, "la vita è una batosta"
puoi afferrarla al volo ma poi stattene nascosta
è l’ufficialità che ti rende prigioniero
e dietro a te c’è sempre un grosso cane nero
che insegue le tue orme dovunque te ne vai
ad aspettare un treno che non arriva mai
che non arriva mai
che non arriva mai
Sotto la tettoia un gatto steso, là
e quei binari lucidi son tutto quel che ha
io me ne accorgo adesso che nulla cambia mai
il cielo è ancora lo stesso e le stesse cose fai
tutto sembra immobile, da Genova a Shangai
compreso questo treno che non arriva mai
che non arriva mai
che non arriva mai
Dopo/4
Una fotografia. Bianco/nero virato Una figura, di spalle, cammina.
Un angolo che si apre su un fiume. Un cane davanti, che lo guarda,
aspetta qualcosa. Giocare, probabilmente. Retro di copertina
di un disco. Pink Moon, 1972. L’ultimo Nick Drake. Road, l’avevo
imparata ad orecchio. Lui, Gatto, la suonava meglio. E’ la prima
immagine che mi ha riportato Walter, dopo. L’ultima volta
che l’ho incontrato, forse nell’89 del secolo scorso, suoni sempre?
suoni ancora? Le domande. La musica. prima, come sempre,
naturale. E altri frammenti. Qualche giorno a Venezia.
Settembre ’76. Muore Mao. C’è un secondo terremoto in Friuli.
Guardiamo i lampadari ballare, onde anomale agitare i canali.
Uè, management. Affascinato/ossessionato, da quel termine.
Settembre ’76. Muore Mao. C’è un secondo terremoto in Friuli.
Guardiamo i lampadari ballare, onde anomale agitare i canali.
Uè, management. Affascinato/ossessionato, da quel termine.
Lanciato come epiteto anarchistafuturistaindianodadaista.
Incrociando quelli che qualche anno dopo…rampantianniottanta.
E il libro con le tablature di Joni Mitchell. La mitica accordatura
in C. Disperse in altre mani, più rapide/voraci. Meno curiose
delle sue. E gli occhi piccoli. Il ghigno sotto il baffetto. Le parole
aguzze. Nonsense. La musica, comunque. E poi questo oceano
interminato di parole scritte. Un’unica canzone, forse. E quella
figura di spalle, cammina, canta. Una musica sussurrata,
figura di spalle, cammina, canta. Una musica sussurrata,
per questo caotico e sordo universo. Suonala ancora, Gatto.
(L.L.)
Dopo/5
Per Walter
Notte di maggio
Notte di Pazzo coraggio
Parole rotolate; senza luna-fortuna
Forbici giganti di polistirolo tagliano il cielo e la tua canzone.
Cercando chitarre sulle curve
Che fa la strada per la collina.
Suonando la tromba e un fischietto
E’ partito l’ultimo treno
L’ultimo treno è andato via.
Notte di maggio notte di pazzo coraggio.
Suonate chitarre per Walter
Trovate chitarre per Walter
Camminate con in tasca le parole che non gli avete detto
Lasciate che suoni tutta la notte la sua Poesia.
La sua poesia
La sua Vita-Poesia
E’ svanita come
Una macchia in tintoria
Una libellula passata con il rosso
Una seppia senza osso.
Suonate chitarre per Walter
Trovate le canzoni per Walter
Cercate una notte
Cercate una Notte Poesia per Walter
A morire di Maggio ci vuole tanto
Troppo Coraggio.
(E.L.)
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