meteosettimo



E' una stazione poetica che da Settimo Torinese trasmettei propri bollettini quotidiani sugli aspetti della stagionein corso nella città.Emozioni ogni giorno registrate e diffuse,in direzione di chiunque può ricevere il suo segnale.I messaggi miglioriscelti a vicenda tra le stazioni in contattovengono ogni settimana poi archiviati su Meteo Diario.



Poesia Vagabonda 2013

28 e 29 SETTEMBRE 2013
BIBLIOTECA ARCHIMEDE - SALA PRIMO LEVI
SETTIMO TORINESE Piazza Campidoglio, 50 - ORE 17

ASSOCIAZIONE CULTURALE DUE FIUMI
in collaborazione con ECM, Biblioteca ARCHIMEDE
e CITTA’ di SETTIMO TORINESE

ingresso libero fino a esaurimento posti disponibili
info tel 3398099472
mail: manricolaz@libero.it

Settimo - traliccio "Tino Faussone"

Settimo - traliccio "Tino Faussone"
prog. arch. Adriana Zamboni

meteosettimo è:

Enrico Mario Lazzarin scrive poesia dalla 1a elementare. E’ socio fondatore dell'ass. cult . “Due Fiumi” di Torino e dintorni. E’ ideatore e organizzatore della rassegna di poesia e musica “Poesia Vagabonda” giunta alla 14a edizione, nella città dove risiede, Settimo Torinese. E’ redattore della rivista “Corrente Alternata”, . Ha pubblicato due raccolte di versi: "Non piove più" (Taurus -Torino,1999) e "Ombrelli d'aprile" (Magie di carta - Chieri, 2007). Ha vinto numerosi premi per la poesia e la narrativa.

Settimo Torinese - torre medioevale

Settimo Torinese - torre medioevale
50 anni di Settimo Città

foto del mese

foto del mese

sabato 29 marzo 2008

Libretto

i testi di meteosettimo (Enrico Mario Lazzarin)
pubblicati sul blog di Meteodiario
sono disponibili anche su carta
in un libretto che potete richiedere gratuitamente
inviando una mail con il vostro indirizzo a:

venerdì 28 marzo 2008

Traguardo e ripartenza

Al 21 marzo 2008 si conclude il viaggio
di meteosettimo (Enrico Mario Lazzarin)
attraverso l'inverno.

Dopo 113 giorni e 143 poesie,
raccolte per esteso sul proprio blog
e in sintesi su quello comune di MeteoDiario,
l'inizio della primavera è stato raggiunto.

Ora l'esplorazione prosegue nella stagione seguente,
con un cammino più lento e notizie meno frequenti,
ma sempre con gli occhi aperti e il dito sul tasto.
Al 21 giugno !

mercoledì 26 marzo 2008

Meteoreading_3

Gianriccardo Scheri ( meteogenova )
e Enrico Mario Lazzarin ( meteosettimo )
presentarno la raccolta dei testi finora scambiati,
con una lettura in comune al

STANZA DELLA POESIA - Piazza Matteotti - Palazzo Ducale - GENOVA
Sabato 29 marzo - dalle ore 17,00

con video presentazione del blog poetico
"Meteo Diario"
a cura di "La Primavera dei Poeti / Les Drôles"



Quasi Pasqua


(Settimo, venerdi 21 marzo 2008)_143

Si posa piano
il cucchiaino del caffè non adoperato,
sul piattino color crema.

E' pieno il bar
che si chiama “Il 143”
perchè sta al numero 143 di via della fantasia.
Esco dal bar e guardo la mattina,
la prima mattina di primavera:
sono arrivate le rondini,
e sotto il cornicione riparano i nidi dello scorso anno.
Si danno da fare
e di buona lena con becchi e ali
è tutto un lavorare.
Senza chiedere permessi all'ufficio tecnico,
allargano nidi, ne costruiscono altri,
e mai dove qualche uomo sciagurato
l’ha buttato giù l'anno prima.

Cammino nel viale e trovo un bigliettino infilato nel tiglio,
con su scritto:
ti ho amato tanto tanto e adesso sono stanco.
GINO.
(Settimo, venerdi 21 marzo 2008)_142
TI VA UNA MENTA?

Tutto si muove velocemente,
il tempo fugge,
ma dove andrà?

La stagione in movimento di vento
fa sbattere le gelosie verdi
di Mirella che è bella
e si specchia nella mattina con la sua treccia d'oro.
Poi si veste con il vestito celeste
e senza calze,
va a lavorare alla ferramenta della sorella che si chiama Nella.
Un signore le dice:
“Un po’ di chiodi e un pennello”,
un bel pennello che cancella le nuvole nere
e i brutti sogni,
e Mirella fa la maglia,
un gilet tutto per me,
che chiama buon umore
e non chiede mai perchè.

Tutto si muove velocemente,
il tempo fugge,
ma dov'è che va?
Mirella è lì che guarda fuori il cielo che cambia,
e poi mi dice:
“Ti va una menta?”.

Serali riflessi


(Settimo, mercoledi 19 marzo 2008)_141
IL PESCO CHE VORREBBE SAPER CANTARE

Tutto il pesco
è teso nell'ascolto di cinguettii lontani.
Vorrebbe saper cantare anch' esso,
magari anche stonare,
ma farsi sentire:
cantare l'arrivo delle nubi grigie ,
cantare per i fiori degli altri alberi, per le primule sotto di lui,
per il bambino che ieri si è lasciato sfuggire dalle mani il palloncino rosso,
per la ragazza che ha pianto,
per il suo amore finito senza parole,
senza un canto.

Per la pianura malata e sporca,
per il grande fiume,
per i suoi frutti che verranno,
per i ragazzi che li ruberanno.
Vorrebbe solo poter cantare,
una mattina
una mattina soltanto.
(Settimo, martedi 18 marzo 2008)_140
IL GATTO ASSONNATO

I fiori appena sbocciati
ripiegati
mentre il ragno ritesse la tela danneggiata dal vento serale,
gli occhi del gatto guardano la mattina salire
mentre cerca un buon posto per dormire.
Attraversando il giardino, ha visto il merlo che cerca piccoli vermi.
Si apposta il felino,
passa una nuvola che copre il sole e scopre il gatto,
il merlo vola via
con in bocca il lombrico
e dal tiglio
dice al gatto
vai a dormire e fatti passare la fantasia.
Adesso il cielo è pieno di nubi grigie,
le grandi nubi di marzo.

Primavera 1


(Settimo, lunedi 17 marzo 2008)_139

Adesso il sole
dà più ombra agli angoli di muri,
rimasti in inverno angoli bui,
angoli oscuri.
Adesso l'ombra che hanno è ancora timida
e si confonde con l'andare e venire di auto che rincasano,
noiosamente percorrono la strada da troppi anni
e chi le guida non fa più caso all'ombra seduta.
Ma quando l'estate ruggisce e il caldo ammazza le mosche,
l'ombra sarà cercata da tutti, anche dalle lucertole nel pomeriggio afoso
e questo l'ombra lo sa bene.
Per questo rimane ferma ad osservare il fiore di pesco,
che le vedrà crescere insieme,
che le vedrà mutare
e poi andare a sfumare via nella prima foschia di fine settembre.
(Settimo, domenica 16 marzo 2008)_138
LE MONTAGNE LA’ IN FONDO

Nel cortile, da bambino
giocavamo a nascondino,
oppure a bang sei morto.
Stavo sempre dalla parte degli indiani,
dei banditi che assaltavano le diligenze,
già allora stavo dalla parte "del torto"
e finivo quasi sempre morto:
i bambini sceriffi erano netta maggioranza.

Oggi pomeriggio, domenica di marzo,
il vento rincorre le nuvole che si nascondono una dentro l'altra
e si rincorrono giocando agli indiani,
il vento divertito accetta la sfida
ma ha già in mano la partita,
come gli sceriffi con gli indiani.
Come i buoni con i cattivi.
Le montagne là in fondo alla pianura,
sanno distinguere il mondo solo in colori, luce e vento,
non ci sono nè buoni nè cattivi per le montagne,
ma solo la luce che cambia i colori del cielo
ed il vento che porta le nuvole.

Primavera 2


(Settimo, sabato 15 marzo 2008)_137
I POLPASTRELLI DI MIRIAM

La ragazza si chiama Miriam:
E’ in coda alla banca per incassare un assegno di 400 euro
come salario per tre settimane di lavoro.
Sette ore al giorno dal lunedi al venerdi, come confezionatrice di figurine.
Oltre tremila bustine da riempire tutti i giorni e poi elettrosaldarle,
tanto che i polpastrelli delle sue dita hanno cambiato colore e le fanno male.
Il dottore sbrigativo le ha prescritto una pomata che non passa la mutua
e costa 37 euro, 100 grammi di crema e in 6 giorni è già finita.
Allora Miriam ha detto al fratello, che le aveva trovato il lavoro:
“Che lavoro ? mi costa tanto quanto guadagno,
in medicine per le conseguenze del mio sudare…”.

Sul display appare il 122, il numero di Miriam.
Miriam tira fuori l'assegno e lo porge all’impiegato in giacca e cravatta
che le chiede se possiede un conto corrente nella banca.
Miriam risponde di no:
“E allora mi dispiace non posso cambiarle l'assegno,
deve andare alla filiale da dove è stato emesso…”
e le dice la via.
Miriam oltre alla carta d'identità,
tira fuori anche la patente, il codice fiscale, il tesserino sanitario,
ma l'impiegato è irremovibile
e le ripete che non può far niente, che sono le regole,
che vada alla filiale, che è all'altro capo della città.

Miriam esce dalla banca.
Sul marciapiede vicino al magazzino che vende eletrodomestici,
due ragazzi con la chitarra cantano

"C'è un fiume amaro dentro di me",
una canzone di Mikis Theodorakis.
Miriam li guarda e si avvicina,
poi lascia cadere una moneta da due euro nella custodia della chitarra,
guardandosi i polpastrelli
che hanno cambiato colore e le fanno male.
Il ragazzo le sorride,
Miriam si avvia a prendere il bus,
il sole è alto nel cielo.
(Settimo, venerdi 14 marzo 2008)_136
IL MERLO SUL FICO NON ANCORA FIORITO

La collina sa aspettare,
non si fa ingannare
dalla luce nuova
e il cinghiale sposta la tana,
annusa l'aria,
sa che la notte è dura da passare in cerca di tuberi da mangiare
per poi ritornare,
prima che sia il contadino a parlare con un fucile.

I ciliegi sorpresi dai loro colori,
non vogliono che vada via la luce,
hanno paura di ritrovare tutti i colori
nella terra mischiati alla nebbia fredda,
che può ancora ferire, che può farli soffrire.
Il merlo li guarda incantato,
dopo si sposta sul fico non ancora fiorito,
e gli dice qualcosa
e poi vola via su una rosa.

Mattina di Marzo


(Settimo, venerdi 14 marzo 2008)_135
ARIA NUOVA

Aria leggera
è arrivata,
mi dice la commessa della gastronomia.
La benzina ancora aumentata.
Ma l'aria nuova non si paga, dice Alice,
l'aria no ma l'acqua si, gli risponde Andrea
che ha i capelli color del rame gli occhi neri
e un bel collo lungo, quasi fosse uscita da un quadro di Modigliani.
Poi è il mio turno, numero 34:
2 etti di ricotta magra e 2 di olive calamate, un etto di salame all'aglio.
“Tra un po’ vedrà che metteranno anche l'aria di montagna in bottiglia
e la troveremo negli scaffali, sicuro che succederà”.

Intanto adesso esco a respirare quest'aria di primavera,
sul marciapiede faccio i primi passi, un grosso camion carico di sabbia
manda dallo scarico una nuvola nerastra,
tossisco mentre accelero il passo.
L'aria di primavera è arrivata,
soltanto un pò inquinata....!!!
(Settimo, giovedi 13 marzo 2008)_134
PRIMAVERA

La collina si è svegliata,
le ragazze indossano gonne con colori,
le biciclette,
tirate fuori dalle cantine,
oliate e le gomme gonfiate
sono pronte per passeggiate pomeridiane.
Al mercato arrivano i pomodori insieme ai lampascioni,
il sole oggi non fa che arrossire
e nuovi angoli liberano luce.
Si prende una strada
con il gomito quasi tutto fuori dal finestrino.
Poi temerarie donne non portano più le calze,
i piedi sorpresi dal sole
rientrano in casa
ma vorrebbero essere a passeggiare insieme.
Al primo sudore sulle guance,
tutta la pianura fa vedere l'ombelico
e si accendono i riflessi dei vetri lontani.

Primavera 3


(Settimo, mercoledi 12 marzo 2008)_133
SE NON C’E’ UN BAR CHE APRE ALLE CINQUE..

Dal camioncino una ragazza esile e bruna di capelli ,
scarica cartoni di gelati:
cornetti alla fragola, pinguini al cioccolato e ghiaccioli alla menta.
Poi finito di scaricare ,
fa firmare la bolla al barista che legge tutto con attenzione,
conta i cartoni che sono sette, firma e saluta:
“Ciao Eli, ci vediamo fra una settimana !”.
Sono i primi gelati della stagione:
speriamo faccia bel tempo pensa Sandro il barista
che da 18 anni apre alle 5 della mattina, anche d'inverno .
Sandro crede che trovare un bar aperto a quell'ora sia importante
e dice che se non lo trovi,
non è un posto da rimanerci nemmeno una giornata.

Eli intanto si avvia verso la periferia,
ancora quattro posti dove portare i cartoni pieni di gelato industriale.
Lei non li mangia mai i gelati che trasporta.
Accende la radio e una voce roca canta:
"Disoccupate le strade dai sogni, disoccupate, disoccupate...."
Non ricorda il nome del cantautore eppure quando andava al liceo lo si ascoltava.
Arrivata al bar Da Tony, mentre scarica i cornetti all'amarena,
ecco che le viene in mente il nome:
Claudio Lolli, era lui che cantava:
“Disoccupate le strade dai sogni....sono vivi, inutili, ingombranti”.
Il vento fa volare sacchetti di plastica che si posano sui tigli del viale,
sono le 18,30, si accendono i lampioni.
(Settimo, martedi 11 marzo 2008)_132
TUTTO NON È COME PRIMA

La siepe sta germogliando,
ha preso pioggia negli ultimi giorni,
pioggia che sarà foglia,
verde foglia.

La commessa del forno “Amis Panatè”
riempie il sacchetto con bocconcini all'olio
e chiede alla pensionata Adele, come va?
Adele le dice che da quando l'hanno operata all'anca
tutto non è come prima
e meno male che c’è Bettina la bastardina che saltella,
aspettando un grissino che le getterà Adele appena uscita dalla panetteria.

La commessa Roberta alza il volume della radio:
Pierangelo Bertoli canta "Rosso Colore".
Qualcuno la chiama: “Dai che sono pronte le teglie di focaccia bianca…”.
Fuori il sole splende sulla bastardina che si è fermata per gustare meglio il grissino.
Tutto non è più come prima....pensa Roberta,
immaginando il suo paese nelle montagne della ex Jugoslavia,
dove il suo amore Goran ha un taxi e lei sogna di arrivare in aereoporto
e di trovare Goran con l'auto che la porterà fra le montagne a vedere il cerbiatto,
a sentire il cuculo che canta innamorato.

Fuori qualcuno suona il clacson
piii pppiiii!!!
è un taxi bianco che vuole libera la corsia preferenziale.
Roberta si volta,guarda fuori, il cielo è azzurro.

La fabbrica - la vecchia entrata della Farmitalia


(Settimo, lunedi 10 marzo 2008)_131
OMBRELLI PRESTATI

Dalle colline la pioggia,
in fondo la città che muta sta
a guardare passare
ombrelli a cui hanno tolto il tempo.

Il mio dimenticato chissà dove,
forse nel bar di Lina che non sa mai che ore sono,
tutte uguali le ore di Lina, la barista bambina.
Tutti uguali quelli che vanno lì in televisione
a parlare delle cose grandi del mondo,
della vita degli altri,
mi dice Lina,
tutti uguali come i clienti del bar.
Solo quelli senza ombrello sono i più simpatici
e mi domanda se l'ombrello va bene con i pois rossi
che così sembra una coccinella.
E lo sai che le coccinelle portano fortuna,
mi dice Lina,
basta vederne una.
Ma con questo tempo niente coccinelle, solo pioggia .

Esco,
apro l'ombrello che mi ha prestato Lina
e la pioggia è più sottile, è più fine.
Che quasi non bagna,
che quasi non bagna.

lunedì 10 marzo 2008

(Settimo, domenica 9 marzo 2008)_130

La cantante jazz è perfetta,
il pubblico ascolta seduto nella notte,
applausi.
Poi si alza una stella,
stella al neon di quelle che non le vedi
e accompagna l'orchestra.
Qualcuno pensa avessi una voce così,
potrei andare da città a città,
sul mare a ballare .
I musicisti che sono vecchi mestieranti
vanno avanti tra la tromba che segue la stella e la batteria che vorrebbe una sigaretta
e Gisella che stanca pensa alla sua casa al ritorno .
Poi la stella va via,
qualcuno regala un fiore e troppe parole,
qualcuno si commuove.
Uscita prima,
la stella si confonde con i lampioni gialli che senza la nebbia non sanno orientarsi,
una pioggia lieve fa aprire ombrelli.
La cantante di colore sorride, nella sue tasche
riposa la stella.

La stella finita nel rosa


(Settimo, sabato 8 marzo 2008)_129
UN SABATO MATTINA


una mattina carciofo
è sulla soglia che aspetta di essere sfogliata,
come la margherita per gli innamorati.
Inizio il gioco.
Piove,
non piove,
e via sfoglio,
piove ,
non piove:
fino al cuore della mattina carciofo ,
fino all'ultima spina della mattina.
Poi ci vuole il prezzemolo fresco uno spicchio d'aglio ,
il formaggio la fontina per il cappello alla mattina
grigia e piovosa senza vento.
Metto tutto in una padella bassa con un filo d'olio extravergine d'oliva,
lascio per 20 minuti cuocere a fuoco lento.
Lentamente la mattina è sfumata via
insieme alla nuvola carciofino,
fino,
fino ,
che adesso è diventata un trenino.
(Settimo, venerdi 7 marzo 2008)_128
NON LO DICA...!


La fila in farmacia,
non superate la linea gialla.
Quasi una stazione, al binario 4 parte il diretto Prozak che arriva in cima ,
e ferma alla stazione buon umore artificiale.
Meglio il barbera, dice Luca.
Esco dalla farmacia con due scatole di pillole colorate:
Alta Pressione.
Il medico capostazione,
ha troppi binari da controllare, un solo fischietto per fischiare.
Una signora grassa e un pò nervosa parla del tempo
sta per ripetere
alla farmacista che non ci sono più le stagioni.
Una ragazza bruna con tre piercing al labbro e due al sopracciglio destro
la ferma e le dice: "Eh no, non lo dica, la prego non lo dica…".
La signora fa finta di nulla ma cambia discorso e dice:
"Ci fossero ancora le lire, le nostre belle mille lire di carta…".
La ragazza ha comprato cerotti e betadine.
La signora delle stagioni commenta: "Con tutti quegli anelli…".
La ragazza si chiama Roberta, adesso guarda il cielo scuro delle 19
, poi piove.

Promessa


(Settimo, giovedi 6 marzo 2008)_127

La luce nuova ha svegliato le strade polverose della collina.
Nella città vicina c'è chi prepara la minestrina
con brodo di gallina,
e la sera va a dormire con pigiama di flanella,
quello della zia Ornella.
Il vento trascorso si è fatto vivo,
portando le foglie secche rimaste in angoli che adesso aperti dal sole,
scoperti dalla luce e da sguardi rubati dei netturbini,
non sanno cosa diventare:
essere vento per un pomeriggio o essere polvere fino a ferragosto ?
Mentre in gelateria si scelgono gusti tra quelli nuovi:
Liquirizia e Genziana.
E sulla cresta della nuvola svanita via, si pensa al tempo di domani.
Al cono da 2 euro con 4 gusti.
(Settimo, martedi 4 marzo 2008)_126
VENTO


Vento è arrivato ,
ha portato dalla pianura alla collina
riflessi che si cercano,
pronunciando i loro nomi,
chiamandosi nella notte
e poi tutto si riflette negli occhi stupiti.
Tutto è suono, è aria nuova ,
passando le nuvole si sono prese la polvere che rimbalza in altra polvere
e la pioggia aspetta sulla soglia.
La notte e la luna che guarda
dal suo angolo senza avere pace
pensa alle vele gonfie,
al mare,
che le rincorre.
Ma questa è una città di pianura,
che domani non avrà più nè vento nè vele.

Fuga


(Settimo, martedi 4 marzo 2008)_125
NINA


"Le previsioni erano che restassi per almeno tre mesi a lavorare al Call Center !"
"Cos’è successo?"
"Mi hanno licenziato !"
"Ma se non avevi ancora fatto la settimana di prova..."
"Beh, è che ho cercato di fare qualcosa .."
"Cazzo, che vuol dire ?"
"Che ho cercato di organizzare una protesta, ma qualcuno è andato dal direttore,
che mi ha chiamato dicendo che non avevano più bisogno di me
e di passare a prendere l'assegno per i sei giorni lavorati
e questo è tutto."
Nina guarda la sorella che ha di fronte,
una bella mattina annuncia il sabato,
fuori la gente che va al mercato cammina con il sole .
Nina sbuffa, la sorella Maria le dà un buffetto sulla guancia, poi le dice:
"Dai che andiamo a prendere Roberta, pranziamo da lei !"
Sorride Nina, pensando che alcune colleghe si stanno organizzando
per la protesta al Call Center della ditta di materassi "Sonno Più" .
Il direttore non potrà licenziarle tutte, o forse si…
Le nuvole verso le montagne sono una minaccia,
ma sono lontane.
Ora il sole splende sulla bocca sorridente di Nina.
(Settimo, lunedi 3 marzo 2008)_124
CARTELLI


"Vietato mettersi in piedi sul water
la direzione declina ogni responsabilità".
Sara legge il cartello mentre si lava le mani nella toilette del bar
di fronte all’ufficio dove lavora Marina, la sua amica più cara,
fin dai tempi del liceo a Milano.
Deve andare insieme a Marina,
a ritirare gli esami clinici che ha fatto una settimana prima.
L'impiegata le dice di attendere un medico,
tra pochi minuti arriverà e le spiegherà tutto.
Sara si siede, Marina le parla della Grecia
e del viaggio che a Pasqua vorebbero fare,
l'attesa si protrae per una buona mezz’ora.
Il medico fa accomodare Sara e le dice:
"Abbiamo riscontrato una infezione, nulla di irreparabile,
ma deve iniziare subito la terapia
e attenersi a delle rigide regole che adesso le dirò."
Sara chiede a Marina di guidare,
Marina le chiede se vuole andare a casa.
Sara piange e dice di si, che vuole restare sola per la sera
e Marina le risponde che forse non è una buona idea,
magari se andassero da lei per un paio di giorni
nella baita di montagna del fratello…
Sara risponde che va bene, passiamo da casa a prendere il necessario.
Un sole quasi primaverile tramonta,
mentre Augusta, la donna delle pulizie del bar Alex,
chiama il proprietario e gli dice:
"Ha visto signor Luigi, hanno sfasciato nuovamente la tazza,
ci salgono con i piedi, telefono subito a Ferruccio l'idraulico".
Sara sorseggia un tè alla menta,
mentre legge per l'ennesima volta le analisi con su scritto
POSITIVO.

Angoli e scie


(Settimo, domenica 2 marzo 2008)_123
TUTTO SPLENDE


Tutto splende:
è ora ti stendere fuori il bucato settimanale
che catturerà sole,
da tenere poi dentro il letto
con le lenzuola di canapa della Marietta
Tutto splende:
le auto parcheggiate chiedono di essere lavate,
bambini escono dai portoni salutando,
facendosi accarezzare da padri assenti tutta la settimana per lavoro.
Tutto splende:
in questa domenica,
dalla pianura tutto si ricolora ,
dallo sguardo della tranviera con i guanti di tela,
che sincera non sa dare l'informazione al turista danese,
che stupito guarda la cartina della città sul sellino di una vespa,
parcheggiata in Via Po.
Tutto splende :
sui semafori verdi e quelli arancioni,
occhiali scuri tirati fuori
Tutto splende:
sui giardini spelacchiati e mal curati
e i gatti addormentati,
sulle rose che non ti ho comprato,
sul compleanno che ho dimenticato
e tu mi hai domandato "Sei di nuovo innamorato? "
Tutto splende:
sui mattoni rossi di casa mia
e su questa poesia .
(Settimo, sabato 1 marzo 2008)_122
PASSERI NELLA NEBBIA


Si sentono che è ancora buio.
La luce non si vede ma si percepisce quasi fosse un odore.
Intorno agli alberi che timidamente danno segni di vita
li senti volare e cinguettare,
smorzati dalla nebbia,
ritornano ai nidi,
poi ritornano a riprendere voli radenti sui margini di strade
dove i ragazzi all'uscita della scuola hanno lasciato avanzi di cibo.
Sono passeri nella nebbia,
sono coscienze volanti nella mattina iniziata,
sono corridori di una gara mai finita,
sono vita infinita,
da primavera a primavera.
Sono passeri nella nebbia,
che ci fanno vedere il fiume e le colline.
Che ci annunciano la luce nuova.

Vicinanze


(Settimo, venerdi 29 febbraio 2008)_121
QUANDO LAVORO, LAVORO E BASTA !


Roda ha solo 17 anni,
ma dice di averne 19.
Fa la colf a ore presso famiglie e anziani soli.
Adesso sta gustando un gelato fragola e limone, un cono da 2 euro.
L’è sempre piaciuto il gelato al limone,
fin da quando era bambina in Moldavia
e la nonna lo comprava solo nella grandi occasioni .
Roda dice all’amica che domani va a ballare, che la musica le piace, tutta la musica.
Flora, l'amica italiana, le dice che quando lavora mette la musica di Gianna Nannini,
la cantante che preferisce e poi Eros Ramazotti.
Roda dice che quando lavora, lavora, non ascolta la musica
e quando ascolta la musica, ascolta solo la musica.
Al suo paese suonava il clarinetto nella banda rionale, ma adesso non ha più tempo .
Finito il cono, le due si salutano:
In cielo un pallido sole rompe il grigio delle quattro pomeridiane.
(Settimo, giovedi 28 febbraio 2008)_120
LA RAGAZZA DELLA PISCINA


Quasi tutti sono andati via,
sola è rimasta la ragazza della piscina:
istruttrice di nuoto,
ha passato i quarantanni,
da 21 è insegnante e ne ha visti di nuotatori.
Ha insegnato a generazioni di ragazze e ragazzi,
molti per strada la salutano, lei risponde gentile
ma non li ricorda tutti.
Ricorda Marco che l’ha mollata,
ma lei sapeva già tutto, fin dall’inizio della storia con il collega più giovane,
14 anni li separavano.
Adesso è sola, tutta la piscina illuminata:
ha riposto il costume e la cuffia per i capelli nel borsone nero
con la scritta della società che gestisce la piscina.
Guarda l'ora, è tardi, le 22,30.
Esce.
Il cielo è terso senza luna,
Barbara vede il pulman vuoto che torna al deposito giù in città.
Sale in auto, mette un cd di Antonello Venditti che canta "Sara".
Mette in moto e si avvia verso casa:
"Sara svegliati, è primavera, Sara aspetti un bambino..".
Barbara si accarezza la pancia, è al quarto mese
e qualcuno in piscina le ha detto "Non sarai mica incinta.."
lei sorridendo, "Alla mia età..."
Mentre parcheggia la macchina sotto casa,
pensa che deve dirlo a qualcuno, magari a sua zia Luciana,
pensa di farlo domani quando si vedranno alla pasticceria .
Poi sussurra, mentre chiama l'ascensore, "Alla
mia età !".

Lontananze


(Settimo, mercoledi 27 febbraio 2008)_119
TRA I PEZZI DI PRATO RIMASTI


Senza quasi accorgersene
il mutamento è avvenuto come la pioggia
che si aspetta e non arriva per settimane e settimane:
quando scende ti sorprende sempre.
Pioggia fine.
Pioggia fredda.
Pioggia.
Che viene giù di traverso,
e ti bagna anche se hai con te l'ombrello.
Pioggia sottile che si insinua nelle orecchie,
pioggia su erba secca
che sarà verde
che sarà tenera per il pascolo
delle pecore nomadi
che si fermano
nei pezzi d'erba ritagliati
tra la ferrovia e la superstrada,
tra la fabbrica e il deposito dismesso,
tra la scuola nuova e l'ipermercato,
pezzi d'erba tra le rotonde e il traffico.
Eppure loro le pecore
tranquille pascolano,
guardano l'erba e il pastore che fischia,
il cane che corre,
felice di far bene il proprio lavoro.
Come se quell'erba fosse l'ultima occasione di stare fra pecore,
insieme pascolando
tra i pezzi di prato rimasti,
mentre tutto il resto del mondo le passa accanto
senza nemmeno sfiorarle.
(Settimo, martedi 26 febbraio 2008)_118

La nebbia questa notte è svanita via
senza vento
solo le nuvole basse da est
hanno fatto vedere pezzi di cielo senza luna.
Sottili ombre disperse in altre ombre
hanno portato la mattina e il cielo pieno di nuvole basse.
La pianura si è vista il ventre sgombro dalla nebbia,
poi si è girata su un fianco
come per dormire ancora,
ma i gabbiani del fiume grande
volando in cerchi l'hanno fatta alzare.
Poi sono passati da una sponda all'altra
cercando il sole che ha tardato.
La città ha intravisto le montagne
sentendo la luce nuova arrivare .

Leggerezza 3


(Settimo, lunedi 25 febbraio 2008)_117
TROPPO RUMORE


Insieme a suo figlio di tre anni, Lorena va a fare la spesa.
Il grande supermercato è avvolto dalla nebbia.
Lorena spinge il carrello pieno fino alla sua auto, una vecchia Fiat Uno di colore celeste.
Suo figlio Nicola si è addormentato,
la nebbia avvolge il parcheggio e non si vede cielo da tre giorni,
sta venendo la sera.
Lorena imbocca la tangenziale nord,
c’è molto traffico,
squilla il cellulare, Lorena che è prudente si infila l'auricolare all' orecchio sinistro:
Il suo capoufficio le chiede se domani può anticipare l'entrata.
Lorena risponde di si, ma intanto Nicola si è svegliato e inizia a piangere,
il capoufficio le dice qualcosa che Lorena non capisce e lo prega di ripetere
allora lui le chiede "Ma in che posto è con tutto quel rumore ?"
Lorena risponde che è in macchina con suo figlio,
e il capoufficio non convinto: "Ma a me sembra una festa, con tutto quel rumore",
poi riattacca ma prima le ricorda: "A domani, alle 7 precise!".
Lorena guarda il figlio e piano gli dice "Troppo rumore",
poi aziona l'indicatore destro per uscire dalla tangenziale,
la nebbia si fa ancora più fitta.