meteosettimo



E' una stazione poetica che da Settimo Torinese trasmettei propri bollettini quotidiani sugli aspetti della stagionein corso nella città.Emozioni ogni giorno registrate e diffuse,in direzione di chiunque può ricevere il suo segnale.I messaggi miglioriscelti a vicenda tra le stazioni in contattovengono ogni settimana poi archiviati su Meteo Diario.



Poesia Vagabonda 2013

28 e 29 SETTEMBRE 2013
BIBLIOTECA ARCHIMEDE - SALA PRIMO LEVI
SETTIMO TORINESE Piazza Campidoglio, 50 - ORE 17

ASSOCIAZIONE CULTURALE DUE FIUMI
in collaborazione con ECM, Biblioteca ARCHIMEDE
e CITTA’ di SETTIMO TORINESE

ingresso libero fino a esaurimento posti disponibili
info tel 3398099472
mail: manricolaz@libero.it

Settimo - traliccio "Tino Faussone"

Settimo - traliccio "Tino Faussone"
prog. arch. Adriana Zamboni

meteosettimo è:

Enrico Mario Lazzarin scrive poesia dalla 1a elementare. E’ socio fondatore dell'ass. cult . “Due Fiumi” di Torino e dintorni. E’ ideatore e organizzatore della rassegna di poesia e musica “Poesia Vagabonda” giunta alla 14a edizione, nella città dove risiede, Settimo Torinese. E’ redattore della rivista “Corrente Alternata”, . Ha pubblicato due raccolte di versi: "Non piove più" (Taurus -Torino,1999) e "Ombrelli d'aprile" (Magie di carta - Chieri, 2007). Ha vinto numerosi premi per la poesia e la narrativa.

Settimo Torinese - torre medioevale

Settimo Torinese - torre medioevale
50 anni di Settimo Città

foto del mese

foto del mese

domenica 24 febbraio 2008

(Settimo, domenica 24 febbraio 2008)_116
DI NOTTE ARRIVARE

Questa notte,
una notte che a casa non vuoi tornare,
una notte che fa male solo pensare,
a quando arrivi sentendo luci sfumare,
sentendo che dovevi ancora spiegare
ma basta una radio cercare,
ma basta un gesto fare,
nella notte ,
sul fiume che passa silenzioso.
E vorresti entrare da una porta senza aprirla,
una sigaretta l'ultima per fumare,
senza la voglia di andare dentro il letto .

Almeno piovesse,
almeno piovesse piano
e la mattina sarebbe cercare
e la mattina arriverebbe senza voltare uno sguardo.

Arancio sulla peschiera


(Settimo, sabato 23 febbraio 2008)_115
APPUNTAMENTO ALLE CANTINE RISSO

Un vecchio locale
in Corso Casale,
ci ritroviamo lì davanti per una pizza:
come va la vita?
Il posto scelto per mangiare è nuovo, pulito ma la pizza non è buona.
Fuori il traffico si diluisce come le stelle che abbiamo portato li,
nelle tasche della memoria,
diventata uno sguardo che non riconosci,
estraneo a quello che siamo ora,
come una curva improvvisa in strada la notte.
Si parla del tempo, di persone svanite
come gli odori di piazze mai più percorse.

Racchiuse in nuvole:
stanno le parole dimenticate ,
raprese come grumo di sangue,
in una ferita che non sapevamo più di avere.
(Settimo, venerdi 22 febbraio 2008)_114
QUELLO CHE CONTA

Marika esce dalla pizzeria con accanto Giovanni, che le dice:
“Ti è piaciuta la farinata ?”
“Si qui da Silvia è proprio buona”
poi si avviano verso la Punto di Giovanni che chiede a Marika quando le pagheranno,
Marika risponde che a giorni dovrebbe arrivare il bonifico
e che appena arriva, vorrebbe comprarsi un paio di stivali e un giaccone in pelle
e pagare i debiti al negozietto di alimentari sotto casa.
Giovanni vorebbe portare Marika a Venezia, lei non ci è mai stata,
prima o poi pensa che ci andranno e faranno la foto in piazza S.Marco con i piccioni
e forse un giro in gondola.

Sono le due di notte davanti al portone di casa quando Marika saluta Giovanni,
che le dice buonanotte e aggiunge "Quello che conta è che ti paghino domani!”.
Marika sale le scale ed entrata in casa, versa il latte per Ginetto,
che a discapito del nome è un gattone di 8 chili.
Poi va alla finestra, guarda fuori due innamorati che si baciano con passione
e ripensa alle parole di Giovanni che è fidanzato con lei da undici anni,
sospira mentre tira giù la tapparella, la luna è alta nel cielo,
ma non si vedono le stelle.
Ginetto ha finito il latte.
Marika ripete, mentre si tira su il piumone del letto: “Quello che conta..!!”

Nuvole e colline


(Settimo, giovedi 21 febbraio 2008)_113
CHE C'È DA GUARDARE?

La ragazza è appoggiata al muro della panetteria e piange e singhiozza ,
un uomo anziano passa con il sachetto del pane,
la vede piangere, non dice nulla, va via e non si gira,
poi la ragazza si avvia.

Cammina barcollando, sembra che debba cadere da un momento all'altro,
avrà trentanni, è castano chiara e con gli occhi neri come il buio in una stanza d'affitto.
Si chiama Irene, ha iniziato a bere quando le hanno trovato una brutta malattia,
ha provato a lavorare ma non riesce, per via della malattia e del bere.
Nessuno le fa più credito, la famiglia non ne vuole più sapere,
il fidanzato è sparito senza lasciare traccia.
Irene si siede sul marciapiede e canta una canzone di Renato Zero, "Il Carrozzone".
Un uomo si ferma e la osserva,
lei gli dice: “Che c'è da guardare? Che cazzo guardi ?”.

Nel cielo nuvole basse senza vento hanno coperto la luce e il resto.
Irene si alza, poi si ferma, scende dal marciapiede e attraversa la strada,
senza guardare:
si sente un classon suonare poi una frenata,
una voce che le dice di stare attenta e Irene che risponde “Vai affanculo....”,
poi inizia a piovere .
(Settimo, giovedi 21 febbraio 2008)_112
NOTTE D'INGANNO

La notte ha ingannato la collina e il cinghiale,
di giorno nascosti fra la terra e i muschi, che non muoiono mai.
I cinghiali in piccoli gruppi hanno preso d'assalto l'orto di Giacomo,
che svegliato per i rumori ,
si è alzato, ha imbracciato la doppietta e sparato, uccidendo il cinghiale più grosso.
Giacomo guarda la bestia scura con gli occhi rivolti alla collina, alla tana sicura,
morto per un pugno di patate.
In questa notte fredda e assassina,
in questa notte di luna e stelle.
La femmina del cinghiale ferita alla zampa, è riuscita a raggiungere la tana.
Sente la notte andare via, raccoglie i suoi piccoli e guarda verso il canalone,
l'orto di Giacomo e le patate.
Guarda la luna tramontare.

L'ombra della neve


(Settimo, martedi 19 febbraio 2008)_111
POSIZIONI D'OMBRA

La notte è stata gelo e poca aria,
tutta luna.
E tu mi dici che dobbiamo andare al mare,
a vedere il cielo sopra il mediterraneo,
a sentire l'onda che culla le notti tiepide,
a rivedere l'alba che sa di miele.
Mi hai chiamato:;
"Sono in ospedale ma va tutto bene ...tutto bene..."
“Volevo solo salutarti “.
Il mezzogiorno ci sorprende in posizioni d'ombra mai favorevoli.
(Settimo, lunedi 18 febbraio 2008)_110
CUORI ROSSI SBIADITI MA SOLO UN PO'

Non ho capito bene perche'
pensa Rosanna
mentre va via dalla palestra.
Suo marito ha lasciato la famiglia e il negozio di ricambi auto
che gestivano insieme.
Rosanna ha 42 anni, senza figli, soltanto due cani
che il marito le ha lasciato.
Prosciugando i conti correnti intestati ad entrambi ,
si è fatto vivo dopo due anni con una cartolina dal Costarica
con su scritto mi dispiace.
Rosanna ha fatto della cartolina mille pezzetti e poi l’ha gettata dalla finestra
del quinto piano dove ha abitato per 19 anni insieme a Luigi,
il gran lavoratore,
il gran figlio di buona donna.

Rosanna ha venduto il negozio e rilevato una tabaccheria
che insieme alla sorella manda avanti da un anno.
Gli affari vanno bene,
ha imparato a ballare il tango, ha avuto una storia con un trentenne
conosciuto alla scuola di tango,
poi la storia è finita.
Adesso è lì sulla terrazza di casa,
che guarda il sole delle cinque andare via
e si dice:
“Non capisco bene il perche'....”
Poi si versa il caffe d'orzo nella tazza con i cuori rossi,
un regalo del marito per s.valentino di cinque anni fa,
guarda le nuvole e i cuori rossi che nel corso del tempo sono sbiaditi,
ma solo un po'.

Inseguimento


(Settimo, domenica 17febbraio 2008)_109
SERATA DI POESIA

I poeti si incontrano,
i poeti si ascoltano,
fanno tenerezza ,
attenti si susseguono sul palco,
il microfono che mal funziona
non li fermerà.
E adesso nulla gli può far male,
nemmeno una stella cadente, uno sguardo di donna
li distrae dalle loro parole,
nemmeno quello che è fuori dal centro polifunzionale
e si intravede dai vetri passare:
nemmeno la vita che scorre fuori da lì,
nemmeno la loro vita,
racchiusa nelle parole che sanno scrivere,
racchiusa nelle poesie che sanno dire
e della loro vita ne fanno una nuvola
e capita che gli passa accanto,
senza che se ne accorgano,
senza sfiorala o amarla.
Altri giocano con il cuore e le viole
oppure hanno amato donne a cui parlavano troppo d'amore.
Ma è bello sapere che ci sono,
che li troviamo in qualche angolo polveroso,
in qualche sera poetica che stenta a diventare notte.
(Settimo, sabato 16 febbraio 2008)_108
NUVOLE RADE

La fila di macchine ferme in coda si allunga a partire dalle 17 fino alle 19 o 19,30.
Giulia accende la radio,
è finita un altra settimana.
Giulia ha 41 anni, è senza figli, un divorzio "tranquillo" alle spalle,
si sente sola e allora chiama Nina, la sua migliore amica.
La chiama con il portatile mentre è in coda nel traffico del rientro a casa
all'ora di punta.
Con Nina va al cinema, ai concerti di musica classica,
qualche volta a mangiare una pizza.
Nina insegna educazione fisica alle scuole medie,
è passata di ruolo solo tre anni fa dopo 18 di precariato,
ha la stessa età di Giulia ed è sola come lei.
Giulia le dice se le va di andare al cinema ma Nina le risponde
che ha un impegno galante con un collega di matematica, un supplente che è arrivato da Salerno.
Giulia guarda il cielo mentre posa il cellulare,
sono le sei e mezza della sera e si sta facendo buio.
Giulia allora chiama Rina, un altra amica che era stata sua collega,
nel negozio di scarpe dove lei lavora da 14 anni,
ma Rina non risponde... .
Nuvole rade passano sopra Giulia,
portano la sera e un altro fine settimana da passare in solitudine.

Quasi l'ultima luce prima della sera


(Settimo, venerdi 15 febbraio 2008)_107
LA BIDELLA LORENZA

La luna sta salendo,
tutte le sere si sposta nel cielo a volte nero a volte blù,
tutte le sere con la testa all’insù,
a calcolare gli angoli che fanno i fiori,
a percepire nuovi suoni.

Uno stormo di uccelli che paiono anatre ma non è la loro stagione,
volteggia sopra la città, sembra cercare un posto per la notte dove dormire.
Non sappiamo bene se le anatre volano anche di notte,
pensa Lorenza,
ma forse aspettano la luna.
Come Lorenza con la bicicletta,
che va in fretta ad allenarsi nella squadra di cicloamatori.

Cicloamatori vorrà mica dire che si fa l'amore in bicicletta,
chiese la prima volta che la squadra si riuniva
e tutte risero forte e Lorenza non capiva il perchè,
ma la domenica dopo andò in fuga e vinse staccando di tre minuti
tutte le altre 70 e non rideva più nessuno.

Lorenza che è bidella.
Lorenza: una persona strana ma buona, diceva il don alla madre preoccupata,
che gli chiedeva di fare qualcosa...
Lorenza è lì che guarda la luna, mica il suo dito.
(Settimo, giovedi 14 febbraio 2008)_106
LA CARTA DEL CIOCCOLATINO

La ragazza della manutenzione delle macchinette per le bevande calde
ha terminato di caricare con zucchero, caffè, cioccolata e latte
i tre distributori automatici.
Qualcuno in fondo al corridoio la chiama:
"Aspetti signorina del caffè! aspetti ..".
Laura che è laureata in lettere e ha 29 anni,
guarda l'ora e l'uomo anziano che cammina verso di lei,
sono le sei della mattina, l'anziano si avvicina e le dice:
"Siete dei ladri ! Queste macchine non danno il resto e poi il caffè fa davvero schifo…"
Laura gli dice con molta calma:
“C’è scritto a lettere cubitali che le macchine non danno resto,
perciò veda lei, caro signore”.
"Caro un corno! mi dovete 5 euro!"
Laura prende le due borse e va via, mentre l'uomo la manda a quel paese.

E’ il primo ospedale della mattina,
il pomeriggio è dedicato alle aziende private,
Laura ha un cioccolatino nelle tasche e lo scarta ,
poi lo mette in bocca
e guarda la carta che lo avvolgeva, con su scritto:
“CI SI STANCA DELLA PIETA' ,
QUANDO LA PIETA' E’ INUTILE..”

Nel cielo terso,
il buio notturno fa salire la luce ma lentamente.
E' senza vento questo giovedi 14 febbraio 2008.
Laura imbocca la tangenziale sud,
accende la radio, una voce augura a tutti BUON SAN VALENTINO.
Laura esce dalla tangenziale e pensa a quello che c’era scritto sulla carta del cioccolatino.
Mentre il cellulare squilla, è il suo ufficio che la chiama,
Laura non risponde.

Striscia bianca


(Settimo, mercoledi 13 febbraio 2008)_105
AL MERCATO

Sono arrivato tardi, il mercato "stava andando via."
Pochi i banchi rimasti, uno che vende solo aranci,
aranci incartati con la faccia di un pagliaccio che sorride ,
beffardo al poco sole nord occidentale.
Ho comprato un kilo di agrumi
poi piano ne ho sbucciato uno bello colorato
e al sole me lo sono mangiato,
tenendo la faccia del pagliaccio che sorride.
Ho pensato
di regalarla
a tutti quelli che troppo indaffarati,
corrono di qua e di là, telefonano anche quando sono al cesso,
non hanno il tempo
nemmeno il tempo per sbucciare un'arancia.
(Settimo, martedi 12 febbraio 2008)_104
IL SOLE ESCE...!

Il sole esce
da una tazza di caffè e latte,
la bambina saluta la madre con tre baci
poi sale sullo scuolabus giallo.
Non ha voglia Milena di andare a lavorare,
a pulire le scale.
Pensa alla sua Maria e si avvia.

Verso le undici ,
il sole quasi scalda,
sole di febbraio, sole tra i secchi e i mocci,
sole dai vetri sporchi,
sole tra il civico 33 e il 47 di Via Montessori .
Sole fino all'ultimo condominio, all'ultima scala ancora da fare.

Milena si accende una Diana blù.
E’ quasi mezzogiorno
e appoggiata fuori sul portone fuma.
Una voce d'uomo le dice: "E stai sempre a fumare! poi ....proprio sul portone! "
Milena non risponde, spegne la cicca sotto il tacco,
poi svuota l'acqua del secchio.

Il sole esce dal fumo della sigaretta mal spenta di Milena.

Leggerezza 2


(Settimo, lunedi 11 febbraio 2008)_103
I PACCHI DI MARTA

Il pacco porta la scritta della ditta “DIGITEL macchine per la casa”.
E' abbastanza grande da dover tirare giù il sedile posteriore della Punto.
Marta riesce dopo vari tentativi a caricarlo e a chiudere il portellone.
Mette in moto, sono le 10 della mattina,
va alla posta a rispedirlo perchè lei non lo ha ordinato,
non le serve un macchina da cucire,
non ha tempo nemmeno per far da mangiare, figuriamoci cucire
e cosa poi? gli orli dei pantaloni del marito…
Forse chi ordina queste cose è proprio suo marito e poi fa finta di niente.
Certo che si perde un sacco di tempo per rispedire la merce
e poi tutte le telefonate e raccomandate.

Sono tre pacchi indesiderati che arrivano a casa sua,
senza che nessuno della sua famiglia li abbia ordinati,
eppure le telefonate partivano dal suo numero di casa.
Un robot da cucina, un aspirapolvere e adesso una macchina da cucire.
Marta pensa a chi possa essere che ordina, ma non riesce a convincersi,
le sembra tutto così senza un senso.

La giornata è bella, il sole splende.
Marta ha 38 anni e dirige un agenzia di scommesse,
il lavoro va bene e tutto pare tranquillo,
anche le due figlie sono brave studentesse e non hanno mai dato probblemi.
Ultimamente quelle spedizioni l'hanno allarmata,
forse è un errore, un errore e intanto entra nell’ufficio postale.
Una voce la chiama, è Ilaria, una vecchia amica che le dice:
“Anche tu hai ricevuto una macchina da cucire?”
“Si, anche io..”
Fuori il tempo è cambiato, nuvole grigie arrivano da sud-est.
(Settimo, domenica 10 febbraio 2008)_102
GLI ANGOLI MIGLIORI

Questa notte ha gelato.
Meno 3 gradi centigradi.
Sembra tutto più inciso, fermo, cristallizzato.
I gatti lo sanno quando scende la temperatura ,
prevedono il tempo e tante altre cose.
Si disputano gli angoli e anfratti migliori
quelli dove passano i tubi del riscaldamento centralizzato .
Anche il tempo passato di questa notte sembra essersi fissato,
inchiodato alla tavola di legno della mattina.
Non vuole andare,
muoversi incontro alle ore ,
come i gatti dagli angoli migliori.

mercoledì 13 febbraio 2008

Leggerezza


(Settimo, sabato 9 febbraio 2008)_101
IN TRE MINUTI

Un sole quasi primaverile fa aprire finestre,
si sente il bii bii
del camion della spazzatura in retromarcia.

L'autista del bus ha comperato una rivista patinata,
con donne vestite da grandi firme, donne magre e sguardi cattivi.
Si è seduta al posto di guida,
si guarda nello specchietto e prova a fare
le facce imbronciate delle modelle, ma non le riescono..
Si chiama Lorella, ha 36 anni, non è sposata,
ha un fidanzato che fa il tranviere
e non si decide a sposarla.

Sono sette anni che è sulla linea 50 verso la periferia
e non ha mai avuto grossi probblemi.
Mancano 6 minuti alla partenza della terza corsa della sua giornata lavorativa.
Lorella è in dieta da tre settimane, il periodo più duro è superare le prime quattro:
ha perso 7 kg, è contenta,
forse solo un pò nervosa,
chiude la rivista e contemporaneamente le porte del 50.
Parte, mentre un uomo le urla “Si fermi!”, battendo sulla porta posteriore.
Lorella si ferma e apre.
L'uomo, dopo aver obliterato il biglietto, si avvicina al posto di guida
e le dice: “Mi scusi, ma lei tutte le mattine non parte alle 8,38
ma è sempre in anticipo almeno di tre minuti…"
"Non mi pare" risponde Lorella.
L'uomo sulla cinquantina, con un basco in testa, le dice con voce solenne:
"Ma lei lo sa che in tre minuti può cambiare una vita ?"
Lorella lo guarda senza dire nulla, l'uomo si siede togliendosi il basco.
Lorella accelera sul rettilineo e pensa a quella frase detta dall'uomo con il basco:
IN TRE MINUTI PUO' CAMBIARE UNA VITA.

Tornata alle due del pomeriggio a casa,
ha un attacco di fame tremendo,
chiede alla vicina se le presta 6 uova,
la vicina gentile accoglie la richiesta,
poi prende le ultime due cipolle rimaste, le trita fini,
mette l'olio di oliva abbondante in una padella larga e bassa
e dopo 10 minuti la frittatata è pronta
La consuma con voracità, bevendo due bicchieri di barbera,
poi apre l'ultima merendina al cioccolato
e l'avanzo di pandoro ancora commestibile.
Ha divorato tutto in tre minuti circa!

Accende la TV su "UOMINI E DONNE.":
due belle ragazze si stanno insultando per il giovanotto che devono conquistare.
Lorella pensa che non doveva mangiare la frittata e il resto, poi spegne la TV,
mentre il telefono squilla.
E’ Mario, il fidanzato tranviere, che le chiede: “Come va la dieta?”.
(Settimo, venerdi 8 febbraio 2008)_100
METEO 100

E 100 lune dovranno passare
100 bocche cantare
100 faccie giocare
100 gambe andare
100 occhi sciogliersi in 100 occhi
100 uomini diventare Uomini
100 strade incrociare
100 bar aperti
100 che stanno per chiudere
100 libri da scrivere
100 da leggere
100 poesie ho scritto..
Per le nuvole con le nuvole
con la pioggia
con la neve
con la notte con la mattina
con il vento
con l'erba secca e quella verde
con i gatti
con le mani
con i denti
con unghie a metà
con sorrisi interi .

E le nuvole in cielo guardano giù, il nostro mondo
e fanno del silenzio il loro parlare prezioso.

Tra i rami più alti


(Settimo, mercoledi 6 febbraio 2008)_98
POCO IMPORTA

“Poco importa”
dice la giovane donna all'impiegata della banca,
che le ha fatto notare il ritardo dei pagamenti del mutuo per la casa.
“Il ritardo è di tre mensilità,
mio marito ha perso il lavoro...
ne sta cercando un altro, ma ha 44 anni e non è facile, capisce!
Io ho un lavoro a mezzo tempo, 456 euro al mese,
la rata è di 450 euro, dobbiamo mangiare, le bollette, e ho due figli che vanno a scuola, capisce!”
“Capisco…” dice l'impiegata mentre risponde al telefono.
Laura allora va via.
L'impiegata la chiama:”Signora Gatti! non ho finito, aspetti, torni qua...”
Laura non si volta, in un attimo è sul marciapiede,
il sole è alto e sono le 11 della mattina.
Volano in alto gli aerei che lasciano scie bianche nel cielo azzurro.

Laura guarda le scie
e pensa alla sua vita, alla scia della sua vita.
A quando era ragazza e avrebbe voluto fare l'archeologa,
poi il matrimonio con Franco, i figli,
un lavoro da commessa alla tabaccheria,
le vacanze in campeggio a Rimini.
Allora tutto era semplice.

Mette in moto la Panda bianca,
si avvia verso il mercato.
Sul biglietto ha scritto:
due chili di patate, due di cipolle, tre di mele e 12 uova, un cavolfiore
e fagioli borlotti, mezzo chilo.

Mentre ripone le borse di nylon con la spesa, guarda il cielo:
non vi sono più le scie bianche.
Mette in moto la Panda bianca e si avvia verso casa.

Guarda il portachiavi che le aveva regalato Marta, l'amica più cara:
è sgualcito e non si legge più:
"alla numero 1 di tutte noi, con affetto la squadra di pallavolo" ...

Laura pensa : “Poco importa”.

Arriva a casa e butta il vecchio portachiavi nel cestino,
si sdraia sul letto senza togliersi le scarpe, accende la televisione:
qualcuno dice che la dieta di alghe funziona in sole 3 settimane
e che bisogna chiamare subito per avere diritto allo sconto.
Laura si alza, va al telefono, compone il numero ,
si guarda allo specchio, è ingrassata parecchio negli ultimi mesi:
qualcuno le dice “Pronto, pronto, Alga Magra…”
Laura mette giù la cornetta,
guarda fuori:
Il cielo è azzurro,
una striscia bianca sembra dividerlo a metà.
(Settimo, martedi 5 febbraio 2008)_97
L'ARCOBALENO DEL LAVAGGIO AUTO

Le spazzole gialle e blù del lavaggio automatico
avvolgono l'auto, una vecchia Uno granata.
Dentro ci sono due ragazze,
con la radio a tutto volume:
Vasco Rossi canta "Siamo solo noi".

La ragazza bruna con un piercing al sopracciglio destro chiede:
"E tu quanto hai fatto con i surgelati?"
"Poco…circa 300 euro in due settimane
e arrivo a casa alla sera che sono le nove, capisci ?".
"Beh, io con la vendita dei contenitori, ancora meno…
ma si sa febbraio è un mese che non si spende…"
mentre dice questo, beve un sorso d'acqua dalla bottiglietta di plastica,
ha i capelli castani e un brillantino al naso, si chiama Rosa e ha 27 anni,
non è sposata, vive con l'amica di nome Clelia,
che adesso le sta accanto sull’auto.

Le spazzole di colpo si fermano, un forte getto d'acqua investe tutta l'auto .
Il sole si intravede e con l'acqua che scivola dalla carrozzeria,
si forma un piccolo arcobaleno.
Clelia dice a Rosa:
“Esprimi un desiderio! ma in fretta, prima che sparisca questo piccolo arcobaleno..”.
Rosa chiude gli occhi e sorride,
mentre l'acqua ha cessato di uscire
e si sente partire la ventola per l'asciugatura.

Rosa apre gli occhi e guarda Clelia,
che fissa il punto dove c’era l'arcobaleno,
ma ora c'è solo una pozza di acqua sporca.
Rosa tocca la spalla a Clelia e le dice: “E’ tardi, andiamo..”.
Clelia risponde:
"Avrei preferito stare ancora qui,
a vedere un altro arcobaleno ancora, un po’ solo un po’…"
"Andiamo..."
"Andiamo....".

Breccia


(Settimo, martedi 5 febbraio 2008)_96

Il cane si è accorto della luna che sorgeva
per l'angolo retto della grondaia,
che ha smesso di grondare.
Solo piccole gocce,
piccole gocce
della neve che si scioglieva
lentamente, lentamente
mentre la notte
in collina
sui tornanti
sulle scale di pietra
tornava per finire,
e poi ritornare
sulle orme di piccoli scoiattoli
marroni e veloci.

A guardare la luna piccola
nella grondaia .

martedì 12 febbraio 2008

Nevicata


(Settimo, lunedi 4 febbraio 2008)_95
NELLE LORO CUCCE DI LEGNO

Improvvisamente la pioggia è diventata neve.

La pianura stupita ha girato lo sguardo,
come i passanti sorpresi per strada,
le auto in collina hanno rallentato:
è bastata solo un'ora,
un'ora soltanto
e tutto è diventato aria e colore di neve.

Anche gli orologi hanno rallentato:
nei bar qualcuno ha versato gesti in tazze calde,
le calze di lana riposte nei cassetti,
uscite dall’ ordine dato,
si sono affrettate e preparate per farsi indossare da piedi distratti.

Solo i cani alla catena hanno odorato la neve parlando con il ciliegio,
sapendo l'odore hanno latrato
alla terra
che finalmente ha respirato,
ma piano senza rumore
e la neve ha portato silenzio.
Poi si sono accovacciati
nelle loro cucce di legno,
a guardare la collina che diventava nuvola,
nelle loro cucce di legno e ferro.

domenica 3 febbraio 2008

Minaccia da ovest


(Settimo, domenica 3 febbraio 2008)_94

Uno spiraglio in un angolo,
un angolo dentro un altro angolo,
la luce gialla.

Poi tutto si chiude, il respiro diventa affannoso,
la luna sottile si vede per pochi secondi,
coperta nella mattina da nuvole che non hanno perdonato il cielo,
che si è preso la notte e tutta la pianura,
giocando a mosca cieca.

La luce in fondo


(Settimo, sabato2 febbraio 2008)_93
MERLUZZO SOTTO SALE

Ho comprato il merluzzo sotto sale,
mentre fuori erano le 18 del pomeriggio di mercoledì:
la sera si era presa la luce,
la poca di questi giorni ,
sulla pianura che s’intravede dai contorni delle ore ,
lasciate andare dalle cose da fare che sono sempre troppe,
e magari non contano nulla .

Il merluzzo bisogna lasciarlo a bagno per almeno 48 ore,
cambiando l'acqua ogni 6 ore almeno .
Ci vuole tempo ma non come per il baccalà.
Ci vuole tempo.
Poi bisogna trovare le cipolle giuste, non bianche, non dorate,
nè piccole nè grosse ma sempre una via di mezzo .
Non è facile nemmeno trovare i capperi:
mai quelli in vasetto, meglio sotto sale ma quelli giusti,

non scuri nè troppo verdi.

E le olive quelle nere sciolte che trovi a Porta Palazzo

al mercato del sabato,
mai quelle confezionate in buste di plastica,

nè tantomeno in barattoli di latta o vetro
e pomodorini freschi maturi quanto basta.
E per finire l'origano ancora con il proprio arbusto,

che nasce in riva al mare nel sud Italia,
un paio di peperoncini olio extravergine d'oliva,

anche pugliese o calabrese va bene
e mezzo bicchiere di vino bianco Tocai Friulano.
Non occorre il sale.
Girare piano, far cuocere a fuoco lento per 35-45 minuti o come vi piace,
in un tegame largo e basso quanto basta.
Largo e basso come il grigio cielo che da giovedì ci circonda.

Sul muro dell'ospedale


(Settimo, venerdi 1 febbraio 2008)_92
LA RAGAZZA CHE DISTRIBUISCE GIORNALI GRATUITI

Non è cielo questo qua!
dice al telefono la ragazza con un maglione verde,
mentre mi lascia sul sedile del passeggero due copie del "Metro",
la stampa distribuita gratuitamente.
Già, non sa di cielo nemmeno a immaginarselo,
tutto è grigio ma forse nemmeno,
non ha colore, ecco è proprio così:
senza colore.

La ragazza ha 22 anni,
non ha terminato gli studi, si è fermata alla quarta ragioneria,
vive in famiglia e non ha fidanzato.
Ogni mattina è lì al semaforo,
con la mascherina che indossa contro le polveri sottili del traffico.
Deve distribuire cinquemila copie e a volte di più ,
comincia verso le sei fino alle 12, a volte le 13 della mattina,
per ogni mattina 20 euro.

Quando torno dall’ ospedale, sono passate le undici,
è ancora lì la mancata ragioniera:
si è tolta la mascherina e intravedo la bocca che è piccina,
pare stanca

Il cielo sopra è uguale a quello delle otto,
senza colore.
Scatta il verde.
Leggo una scritta color fucsia
sul muro dietro il grande ospedale,
è ben fatta in stampatello molto visibile ,
senza nessuna firma o simbolo di appartenenza:
A LORO LA FIDUCIA
A NOI LA MISERIA

La ragazza con il maglione verde si allontana,
qualcuno dall'altra parte della strada l’ha chiamata.
Devo girare a sinistra.
(Settimo, giovedi 31 gennaio 2008)_91

Questa giornata ultima di gennaio,
fra il poco sole
che non ha spazzato via la nebbia:
soltanto ai margini luminosi del banco fitto
s’ intravede il paese per il campanile.

Una donna in bicicletta pedala senza fretta,
è quasi mezzogiorno,
porta fiori freschi al cimitero.

L'ultima giornata che è giovedì
appaiono dalla collina piccoli passeri confusi:
hanno fame
poi si posano intorno a una fetta di pane
lasciata chissà da chi
saltellano e beccano
paiono danzare .

Mentre la donna posa la bicicletta,
viene fuori una lucertola,
una lucertola in cerca di calore.

Contrasti


(Settimo, mercoledi 30 gennaio 2008)_90
NELLA PANCIA DEL GRANDE OSPEDALE

“Sei caffè di cui due macchiati caldi, tre capucci e due marocchi !”
Urla il barista, un tipo smilzo con i capelli neri tirati indietro pieni di gel.
Avrà quarantanni o forse anche di più.
La ragazza ha gli occhi a mandorla ed è agilissima e velocissima.
Lo smilzo non fa in tempo a ordinare,
che la ragazza con gli occhi color nocciola esegue ed è un ritmo armonico.

Voce dello smilzo: “Caffè pronti in pochi secondi !”
poi la ragazza dagli occhi nocciola incrocia da lontano

lo sguardo di qualcuno con il camice bianco e un toscano fra le labbra,
e questo le basta per cambiare ritmo,
appare distratta, perde le parole che lo smilzo le ripete:
"Ancora 4 caffè ti ho detto! ma che fai dormi?"
Finchè due tazzine con caffe lunghi
non cadono sulla camicia bianca dello smilzo, che impreca:
"Stai attenta! che fai! ma che fai!"
"Non mi devi parlare così hai capitto!!
"Eh no, stronza! mi versi il caffè adosso e vuoi avere anche ragione..?”
“Sparisci, tornatene al tuo paese... ‘sta stronza!"
Tutto per un attimo si è fermato, nel bar interno del grande ospedale.
La ragazza con gli occhi a mandorla color nocciola, corre via piangendo,
qualcuno pronuncia un nome Cen Li ma lei non si volta,
sparisce in fondo al corridoio verso l'uscita.

Poi nel bar riprende il brusio di medici, paramedici,

parenti in visita, malati.
Un uomo che tutti chiamano professore,

si accende un toscano, molti lo guardano.
Butta fuori con calma il fumo,

con calma si rivolge alle due donne medici anche loro imbarazzate:
"Vedete, questa è la pancia dell’ospedale, qui succede di tutto

e tutto questa pancia sa digerire".
Cen Li si toglie dalla testa la bustina color granata

con la scritta Caffè marrone come i suoi occhi tristi.
E' fuori dal grande ospedale, corre finchè il petto le scoppia,
guarda il cielo grigio,
piccole gocce di pioggia bagnano i suoi capelli di seta e le guance
che sono diventate rosa per la corsa,
guarda l'ora, le 11 e cinque minuti.
Nella pancia del grande ospedale rinascono ritmi.
(Settimo, martedi 29 gennaio 2008)_89
NON HANNO MAI FREDDO

Cambia l'odore
di quest'aria che viene da est e si mischia con la pianura e la periferia.
Da paesi lontani arrivano le badanti che non parlano dialetti
e dopo sei mesi sanno parlare l'italiano.
Non hanno mai freddo, si vestono leggere e sono velate di malinconia.

Le badanti Rumene, Ucraine, Moldave, a volte Russe:
sorridono al sole e nel sole vanno a iniziare giornate di fatica,
vengono a sostituire l'affetto di figli troppo impegnati, indaffarati

Sognano la loro neve,
hanno lasciato figli e mariti,
trovando un pò di nebbia che le confonde.
(Settimo, domenica 27 gennaio 2008)_87
TRA LE ALTRE COSE

Due amiche si trovano dopo cinque anni dalla parucchiera
e nell’ attesa si raccontano.
Fuori splende il sole, sono le tre del pomeriggio di sabato,
il locale acconciature da Morena è affollato.

"Cara Cecilia, come sei bella! Sono anni che non ti vedo..."
"Sono stata in Brasile con Corrado "
"E come sta Corrado, quel giocherellone?"
"Che vada al diavolo.."
"Sai Claudia, mi ha piantato per una giovane mulatta,
si è portato via tutti i soldi del conto corrente
e pure il fuoristrada che tenevamo da mia cugina Sandra.
Un giorno è venuto il fratello da Pistoia e lo ha venduto "
"Ma è incredibile..!!"
"E' passato un anno e più, da quando mio marito mi ha piantato…"
"E tu che cosa fai?"
"Niente, mi arrangio… ho persino lavato macchine in Torino.. sai devo pur mangiare…
poi è morta la mamma, mia sorella è andata in India e nessuna più sa che fine ha fatto,
nemmeno siamo riusciti a rintracciarla per i funerali"
"Povera Cecilia"
"Sai Claudia, fra le altre cose, proprio qui ti prestai 900 mila lire…
dovresti ridarmele subito, per favore!"

Fuori il sole splende a meraviglia.