meteosettimo



E' una stazione poetica che da Settimo Torinese trasmettei propri bollettini quotidiani sugli aspetti della stagionein corso nella città.Emozioni ogni giorno registrate e diffuse,in direzione di chiunque può ricevere il suo segnale.I messaggi miglioriscelti a vicenda tra le stazioni in contattovengono ogni settimana poi archiviati su Meteo Diario.



Poesia Vagabonda 2013

28 e 29 SETTEMBRE 2013
BIBLIOTECA ARCHIMEDE - SALA PRIMO LEVI
SETTIMO TORINESE Piazza Campidoglio, 50 - ORE 17

ASSOCIAZIONE CULTURALE DUE FIUMI
in collaborazione con ECM, Biblioteca ARCHIMEDE
e CITTA’ di SETTIMO TORINESE

ingresso libero fino a esaurimento posti disponibili
info tel 3398099472
mail: manricolaz@libero.it

Settimo - traliccio "Tino Faussone"

Settimo - traliccio "Tino Faussone"
prog. arch. Adriana Zamboni

meteosettimo è:

Enrico Mario Lazzarin scrive poesia dalla 1a elementare. E’ socio fondatore dell'ass. cult . “Due Fiumi” di Torino e dintorni. E’ ideatore e organizzatore della rassegna di poesia e musica “Poesia Vagabonda” giunta alla 14a edizione, nella città dove risiede, Settimo Torinese. E’ redattore della rivista “Corrente Alternata”, . Ha pubblicato due raccolte di versi: "Non piove più" (Taurus -Torino,1999) e "Ombrelli d'aprile" (Magie di carta - Chieri, 2007). Ha vinto numerosi premi per la poesia e la narrativa.

Settimo Torinese - torre medioevale

Settimo Torinese - torre medioevale
50 anni di Settimo Città

foto del mese

foto del mese

mercoledì 31 dicembre 2008

In periferia poco dopo la neve


(Settimo, martedi 30 dicembre 2008)_350
IL BARBIERE APERTO DI LUNEDI',
LA PARMIGIANA, LA NEVE, GENTE CHE PASSA

Il barbiere ha aperto anche di lunedì che è l'ultimo per quest'anno.
Mi dice:
"Ho provato ad aprire ma sono venuti pochi clienti
e poi sto aspettando la donna che mi aiuta nelle pulizie,
ma è in ritardo".
“Sarà per la neve…”, rispondo.

Poi inizia a tagliarmi i capelli:
"Solo un po’" - dico - "Siamo in inverno ...".
Guardo con la coda dell'occhio fuori
allora il barbiere
mi gira la poltrona verso la vetrina che da direttamente
sul marciapiede.
Fuori nevica, c’è un gran passaggio di persone:
molte imbacuccate con sciarpe e cappelli di ogni foggia e colore,
anche qualche copricapo stile russo o peruviano e uno texano.
Qualcuno ha detto che giudicava le persone
dalle calzature che indossavano,
per i copricapi bisognerebbe fare altrettanto.

Squilla il telefono:
Il barbiere mi dice che la moglie
ha preparato la parmigiana e che lo aspetta alle 13,
lui abita fuori verso il Canavese.
Quando sto per uscire dopo averlo salutato
entrano uno in fila all'altro sei clienti:
un papà con due ragazzini sui 10-11 anni
e poi due signori di mezza età,
un ragazzo con giacca a vento rossa e cuffia di lana arancione.
Sono le 11 passate della mattina .
Tutti chiedono se riesce a servirli.
Esco che nevica, mi metto sulla testa il basco,
vedo il barbiere al telefono che scuote la testa.
La parmigiana aspetterà a lungo e la neve
comincia a essere bagnata.

martedì 30 dicembre 2008

Neve sulle fionde


(Settimo, lunedi 29 dicembre 2008)_349
ROSE SOTTO LA NEVE


La pettinatrice Susanna si è alzata presto, alle cinque:
in questi giorni ha molto lavoro al negozio di acconciature.
La sua clientela è fatta per la maggior parte

di donne oltre i 50 anni.
Sono quelle più difficili da accontentare, pensa,
mentre prepara il colore ramato-scuro alla barista
che di nome fa Netta ma in realtà si chiama Antonietta.


"Allora che farai Netta a Capodanno?"
Netta scuote la testa e poi dice:
"Dovevo andare con Mario a un cenone con amici
ma poi si è ammalata la madre e allora capisci..."
"Beh dai, vieni con noi a fare festa da Luisa."
"Ma non so, forse, vediamo".

Si apre la porta, un uomo corpulento porta un mazzo di rose
e chiede della titolare che deve firmare.
Augura buon anno alle signore
mettendosi i cinque euro di mancia in tasca dei jeans.
Fuori ha ripreso a nevicare,
la pettinatrice Susanna posa le rose in un vaso poi sospira
e guarda cadere la neve.
Netta le chiede chi le manda tutte quelle rose
ma Susanna non dice nulla guarda fuori la neve scendere.
Poi riprende a lavorare.

La neve di Natale 2


(Settimo, lunedi 29 dicembre 2008)_348
BUON ANNO NUOVO


Dalla notte viene giù una neve fina fina
dalla finestra una luce piccolina
lontana e verdolina
che cammina
cammina
verso la montagna.
Sulle spalle della luce
pane e farina
per i montanari isolati lassù in cima.
La vedo sfumare via
la luce verdolina
la saluto
e le dico piano
BUON ANNO NUOVO.

domenica 28 dicembre 2008

Tra i rami del viale


(Settimo, sabato 27 dicembre 2008)_347
DAL POSTO DI GUIDA


Quasi fine anno:
luci dei fanali posteriori di auto vanno verso la città
come uccelli migratori in cerca di un posto caldo
dove rimanere a passare l'inverno.
I Taxisti stanchi cercano stazioni radio a loro gradite
ma non trovano mai quella giusta per l'ora che c'è,
per l'ora che vorrebbero che fosse ...
Una canzone
per il tempo tra una corsa e l'altra
tra un cliente e un caffè:
allora fischiettano melodie estive
quasi a bocca chiusa.
Come il suono dentro un termosifone
e guardano stupiti
dal posto di guida:
l'Italia
le nuvole che passano
la notte fredda.

Cicatrici 3


(Settimo, sabato 27 dicembre 2008)_346
SEGNALI


Tutta la mattina è stata tirata su dalle nuvole blù.
Questa notte
la temperatura è scesa a -8.
Il viale silenzioso ha aperto le porte
al sole
al sole d'inverno
che scalda soltanto estremità
come comignoli spazzati dal vento gelido.
Ed il sonno ha lasciato i giacigli,
le foglie anche morte lasciano lievi e sfumati segnali
per la primavera che sarà.

Piccole orme sulla neve del viale


(Settimo, venerdi 26 dicembre 2008)_345
PRIMA DI ENTRARE


La portiera della macchina non si apre per via del ghiaccio.
La temperatura è scesa ulteriormente,
adesso che sono le 2 di notte passate, è di meno 3 gradi.
Arriva una neve ghiacciata,

molto ghiacciata che quasi non sembra neve,
prendo l'accendino per sbloccare la porta della mia auto.
Poi dopo aver pulito i vetri parto che nevica
vado piano
tutto pare fermo
la luna calante ci ha portato neve anche a basse quote,
anche in pianura, anche sui tetti di Settimo addormentata
con le bandiere al vento dei suoi 50 anni.


I piccoli cumuli di neve formano ombre sul corso.
Passa un gatto bianco che si confonde,
si guarda stupito
intorno,
non trova il suo odore, la sua strada di sempre.
Sono arrivato
sulla soglia di casa
mi pulisco i piedi,
prima di entrare
tolgo le scarpe.

La neve di Natale


(Settimo, giovedi 25 dicembre 2008)_344
LA NEVE DI NATALE


Era uscito la notte prima a fare il solito lavoro di una vita.
Ma si sentiva solo pur avendo moltiplicato i suoi affari
e tutti lo invitavano a cena
a bere un caffè
un grappino
e poi da quando le poste erano state privatizzate
e milioni di suoi sosia si aggiravano per le case
nulla era come prima.


Era conosciutissimo più di Del Piero , KaKa e Maradona,

Pupo e Madonna, superava anche il Dalai Lama e il Santo Padre,
anche se di un soffio.
Il Presidente del Consiglio tentò di fare
Babbo Natale Presidente,
ma l'idea fu accantonata visto il periodo.


I viaggi d'affari di Babbo Natale,
coprivano tutte le provincie e nazioni dell’ intero globo terreste.
Ma quella notte,
la Notte di Natale,
si sentiva solo e inutile
perchè dove serviva realmente non lo facevano andare
e il lavoro lo annoiava e poi non vi era più poesia
in quello che faceva.
Anche la bevanda gasata più famosa al mondo
gli fece fare uno spot pubblicitario,
che a lui non piacque e se ne lagnò con sua sorella, La Befana,
che essendo una integralista tradizionalista non volle più vederlo.
Per non parlare delle renne che erano in agitazione sindacale
per l'aumento dei "buoni mensa fieno" e i salari fermi
oramai da 8 anni con l'inflazione reale al 22%.

Si sentiva solo e disperato, quando si sentì chiamare da una
vocina che proveniva da una grata sotto il livello della strada:
"Babbo Natale, Babbo Natale…".
Erano i bimbi dei semafori che vendevano fazzoletti e accendini
e ora cappellini illuminati da Babbo Natale,
gli accattoni degli ospedali,
le zingarelle, i ladruncoli di strada, i bimbi maltrattati e violati,
sfruttati a lavorare dall'età di soli 6-7 anni,i bimbi abbandonati.
Mille e mille occhi guardarono gli occhi stanchi di Babbo Natale
e gli chiesero:
PERCHE’?
Perchè fai questo lavoro?
Perchè noi siamo qui al freddo e abbiamo fame e sete
e altri bambini sono al caldo e hanno i pancini pieni?
Babbo Natale allora cercò di farfugliare qualcosa
poi pianse e pianse
e le sue lacrime bianche sapevano di neve,
una neve al latte molto dolce.

Era Natale e la piccola Roda si svegliò,
scese dalla roulotte arruginita,
prese un bicchiere, uscì, lo riempì di neve
e chiamò tutti gli altri bambini del mondo:
i più sfortunati
fecero colazione
con la neve
e non ebbero più freddo nè fame,
fecero colazione
con la neve dolce.

martedì 23 dicembre 2008

Al numero 68


(Settimo, lunedi 22 dicembre 2008)_343
FERMO LA PUNTO

La coltre nebbiosa è spessa
scelgo la via più breve e impervia
per tornare a casa.
Dalla collina una lunga deviazione perchè la solita strada è franata.
La nebbia avvolge:
piante e campi,
case, animali, cortili, comignoli, attrezzi, tabaccai e barbieri,
studi dentistici, acconciature per signore,
e vite a scadenza ... e vite scadute...


Adesso sopra di 400 metri trovo il sole
e vedo la nebbia che copre la pianura
e sopra l'azzurro senza nuvole,
solo azzurro azzurro azzurro...
Sono in cima:
fermo la Punto e guardo in basso
il bianco nebbia
poi riprendo la strada.

lunedì 22 dicembre 2008

XMASLAM! Gara poetica nazionale / Poetry slam


Gruppo di poeti partecipanti alla gara
...
La gara poetica di Natale.
Si ripete dopo la prima e la seconda edizione il XMASLAM,
poetry slam di Natale, quest’anno un grande slam
con più di venti poeti provenienti da tutta Italia.

Il vero padrone dello slam è il pubblico, che può esprimersi
manifestando apertamente il proprio consenso o dissenso,
senza alcun timore reverenziale poiché la poesia appartiene a tutti.
Il Natale arriva, lo slam si accende!


Poetesse in gara


Babbo Natale Poeta (Laurent Leon)
...

Natale, la stella che c'è. (Poirino)


(Settimo, sabato 20 dicembre 2008)_342
BUON NATALE


Buon Natale
al sassolino che rotola
fino al mare.
Buon Natale
a chi di notte fa ancora
solamente semplicemente il pane.
Buon Natale
ai pensionati con il panettone in mano
e le tasche piene di malinconia.
Buon natale
ai bambini quelli buoni e quelli "cattivi"
che sorridono sempre al presente
e si sorprendono per un niente.
Buon Natale
ai Poeti e Vagabondi
"ai fannulloni"
e chi ne a pieni i c------i.
Buon Natale a Vespa e a Brunetta.
Che l'Italia s’è Destra...
Buon Natale
alle luci e vetrine sfavillanti
alle carte dei doni
alle stelle
alle candele mai accese
alle nuvole mai viste
ai pandoro in offerta
a quelli quasi scaduti.
Buon Natale
ai barboni dentro ai cartoni
ai babbi natale appesi ai balconi.
Ai presepi dentro le case e a quelli rimasti in cantina.
Agli scoiattoli in collina.
Buon Natale alla neve
alla neve che verra'.
BUON NATALE AL FUTURO.
Al Futuro che passerà di qua!

venerdì 19 dicembre 2008

La linea grigio-azzurra


(Settimo, giovedi 18 dicembre 2008)_341

Dalle luci laggiù
si intravede la collina ancora bagnata
poi la pianura fin dove inizia l'Appennino
ha indossato un velo a volte spesso a volte leggero
che non ci lascia vedere
il viso della mattina.
Mattina
che nasconde i babbi natale appesi ai balconi,
legati alle grondaie alle finestre
paiono aspettare il momento buono per entrare in case riscaldate.
Il velo nasconde il sole che sarà alto
nel cielo pulito fra poco.
Sono arrivato all'incrocio con la statale 11:
guido piano, la nebbia da ieri sera ci avvolge
visibilità 40 metri
velocità 50 km orari
acceso il faro posteriore antinebbia.

mercoledì 17 dicembre 2008

Lungo il Po in piena a Torino (Italia ' 61)




(Settimo, mercoledi 17dicembre 2008)_340
LA PIOGGIA, LA FRANA, LO SPEZZATINO CON PATATE


Passo piano
e sento l'asfalto crepato ferita scura e profonda ,
sotto le ruote della mia auto.
Piove e piove e non si vede un accidente
si percepisce che la frana ha un fronte largo e lungo,
gli uomini sono nervosi
e agitano le braccia sotto le cerate gialle
la luce blù e quella arancione dei lampeggianti
creano ombre sconosciute.
La collina pare partorire
non mi giro
sono passato
intravedo ancora lontane le luci del paese
poi sempre più vicine
sono sul Po che è grosso..
A casa mi cucino lo spezzatino con le patate:
è quello che ci vuole dopo una giornata così,
la pioggia va bene con lo spezzatino penso
mentre guardo fuori,
continua a piovere.

Tramonto imparziale


(Settimo, mercoledi 17dicembre 2008)_339
IL GUFO, LA NOTTE, GLI ADDOBBI PER NATALE


La notte si è fatta un mantello leggero di nuvole,
il fermaglio di luna l’ha tenuto stretto alle spalle
di questa notte piovosa.
Un animale notturno, probabilmente un gufo reale
ha cantato l'alba ritirandosi nella sua casa.
La notte senza mantello è diventata un addobbo di natale
e insieme alla luna scendono piano il fiume
colmo di acqua e altre cose.
Prima che la notte diventi ancora una volta notte
saranno al mare.
Sulla cima della collina il gufo canterà nuovamente.

lunedì 15 dicembre 2008

Frigo blù

"Il paciocco" di Franco Dionigi

IL PACIOCCO

Venerdidodicidicembreduemilaotto,
Santagiovanna, la pioggia imbeve
l’ultima neve, e fa la via di sera,
sul marciapiede, un gran paciocco,
che non ci crede, chi non lo vede.


Pure il poeta rimesta nel sogno
l’innocuo verso d’istanza borghese.
Prova a cantare l’umana potenza
di chi rompe, paga e ripara
e i paciocchi son suoi.
Narro d’un sogno che nasce e muore
da arida fonte d’ispirazione,
essendo il mondo che accanto soffre
forse tutt’ altra cosa.


IL SOGNO

Sono a Murano, museo del vetro,
davanti a un vaso di fino cristallo,
traforato di pizzo e cesello.
Alzo la mano con meraviglia
e d’improvviso,
s’incrina
senza toccarlo.
Con la base di giallo avorio
diviene coccio sul pavimento.
Vengo condannato il giorno stesso,
a pagare il danno.
Dico: - Giuro non l’ho toccato -
alzo la mano
e ancora avviene l’arcano:
i cocci ricomposti
tornano saldi sul piedestallo.

Divengo oggetto di sensazione,
quasi fenomeno da baraccone.
Ma…attento!
Se rompo qualcosa e riporto l’oggetto
alla sua forma, non è miracolo.
Risanare un corpo già ammalato,
riaggiustare l’arto ch’era staccato:
questo lo è, ma non m’è concesso.

Dunque dai sogni conosci il Poeta,
anche se il bisogno d’avere una meta
di fare, disfare non lo fa tale.
Ieri la neve, oggi la pioggia,
questo paciocco da calpestare.
Leggo negli occhi d’una fanciulla
che mi sorride dal marciapiede
che la vita può anche piacere
in una fredda serata invernale.
Basta volere, sapersi aggiustare.

(Franco Dionigi)

Neve sul cortile di casa


(Settimo, domenica 14 dicembre 2008)_338
E' INIZIATA LA DOMENICA

Questa notte ho sentito l'acqua farsi neve e tornare pioggia,
la grondaia susurrava qualcosa
al gatto che le è passato accanto.
Nei loro nidi,
le tortore e i passeri,
cantavano insieme una canzone per la lucertola addormentata
e per il cane là in fondo legato alla catena che ululava.
Senza luna è più triste l'abbaiare
poi verso l'alba si è svegliata la bambina mia vicina
aveva fame, ha sei mesi soltanto, ma sa bene quello che vuole.
E ' iniziata la domenica, con un pianto.
la penultima prima del Natale.

Il bosco incantato


(Settimo,sabato 13 dicembre 2008)_337
DA KABUL A MESTRE
APPESO A UN TIR MUORE RAGAZZINO


(a te che non hai nome)

AVEVA SOLO TREDICI ANNI,
NELLA TASCA DEI PANTALONI DI TELA LEGGERA,
IL SUO DIARIO.

Hai visto in faccia il cielo:
catrame scuro tra le tangenziali e le statali
che si snodano da Mestre per la pianura sconosciuta
per te bambino profugo.
Hai visto i cieli di Grecia e Italia,
il cielo capovolto che sa di gasolio e olio bruciato
che sa di urlo trattenuto
che sa di paura
e di notte che non passa mai
che sa di piscio, vomito e morte.
A te bimbo sconosciuto, un nome lo voglio dare, ti chiamerò
leggera nuvola, di quelle bianche e solitarie
che vediamo ad agosto
immerse nell'azzurro delle estati italiane,
leggera come il tuo povero corpo, straziato dal pesante tir.
Queste parole sono per te nuvola leggera
e adesso vorrei cantarti una ninna nanna
e adesso vorrei esserti vicino e dissetarti,
nuvola leggera bambino senza nome con i pantaloni di tela,
sei morto senza cielo senza perche'....

Contorni




(Settimo, sabato 13 dicembre 2008)_336
PER ALEX BELLINI


Ho finito di mangiare
mi sono messo ai remi.
Piove forte.
Ieri una nave mercantile è passata vicino,
ho scambiato via radio qualche parola con il capitano,
un Serbo che sapeva un poco l'italiano.

Ed io che sono nato montanaro,
sono qui in mezzo a questo mare,

con due remi attraverso il Pacifico
e qui sto bene,
a vedere la luna da un angolo perfetto, a seguire gli uccelli
fin dentro le case nuvole che dividono con i pesci.
A parlare di stelle con le stelle.

Dal diario del Capitano A Bellini:
18-11-2008
Giorno 271.Vento ESE 15, mare mosso, miglia di giornata 31,
nono mese di traversata, 8065 miglia remate da Lima,
467 ancora da percorrere, 40 giorni di stop totali.


Alex entra in porto il 13 Dicembre 2008, giorno di Santa Lucia
a Newcastle, Australia.
ALEX SEI GRANDE.


Mercoledì neve anche in pianura




(Settimo, venerdi 12 dicembre 2008)_335
GLI OCCHI DELLA BADANTE, LA NEVE,
LE NUVOLE ADDORMENTATE


"Pare che dormano queste nuvole
e ci stanno bene, sul letto delle alpi".
"Un letto scomodo" dico io a Vesna.
Lei mi sorride con gli occhi e ritorna al suo lavoro.

Da quando ha nevicato le si sono fatti contenti e luminosi
gli occhi neri a Vesna, la badante Moldava.
L’ho sentita cantare in una lingua a volte dolce e dura,
forse una canzone d'amore.
Mi dice della neve di casa sua e dei pupazzi,
che con gli amici e i fratelli costruivano insieme
e fino a Pasqua erano a vegliare il campo di patate dietro la casa
poi nel giro di due o tre giorni si scioglievano
al sole tiepido della primavera,
ma lasciavano come una zona riservata del campo
e l'inverno dopo sarebbe rinato un altro pupazzo più bello.

Le si sono fatti luminosi e contenti gli occhi
e anche la voce pare più allegra a Vesna:
è per la neve penso,
che quest'anno è arrivata prima qui che al suo paese.
Vesna guarda le nuvole addormentate
sulla linea azzurro-grigia delle montagne.
Cammina veloce
cammina veloce Vesna la badante,
la guardo andare via.

venerdì 12 dicembre 2008

Buon Compleanno Jack Hirschman

....
Il 13 dicembre 2008 compirà 75 anni il grande poeta americano,
Jack Hirschman, tra i fondatori di Casa della poesia di Baronissi
e uno dei suoi più assidui frequentatori e collaboratori.
La partecipazione e la presenza di Hirschman nel nostro territorio
sono state determinanti per lo sviluppo del nostro progetto.
...
Nel corso degli anni la casa editrice Multimedia Edizioni
ha pubblicato 4 sue raccolte di poesia e nel 2006,
in lingua inglese, la sua "grande opera", "The Arcanes".
Nello stesso anno Jack viene nominato "Poeta Laureato"
della città di San Francisco.
Ci piace anche segnalare che nel 2007 Hirschman ha ricevuto
il Premio Alfonso Gatto (sezione internazionale) e che attualmente
sta traducendo proprio Gatto negli Stati Uniti
(dopo aver già tradotto poeti italiani come Pasolini, Scotellaro,
Brugnaro, Vendola, e tanti altri).
...
Ora in occasione del suo compleanno,
Casa della poesia organizza per il suo poeta
una festa (a sorpresa per lui)
di poesia, musica, amicizia.
Il Comune di Baronissi conferirà al grande poeta
la cittadinanza onoraria.
Ci sembra molto bello immaginare, proprio in questo
momento storico, una città nella quale i poeti
ricevono l'attenzione che meritano
e della quale diventano "cittadini".
...
Tanti gli amici, i poeti, i musicisti che saranno presenti
per rendere omaggio a Hirschman.
Tra questi: Agneta Falk, Paul Polansky, Sinan Gudzevic,
Giancarlo Cavallo, Maram al Masri, Alberto Masala,
Giacomo Scotti, Cletus Nelson Nwadike, Gianluca Paciucci,
Ferruccio Brugnaro,Andrea Zuccolo, Marco Cinque,
Jasmina Ahmetagic, Gaspare Di Lieto,Maurizio Carbone,
Anna Lombardo, Michel Cassir,
ed altri ancora.
_____________________________________________________
Per una biografia e altro di Hirschman:
http://www.casadellapoesia.org/biografia.php?id=10
(Settimo, venerdi 12 dicembre 2008)_334
AUGURI JACK HIRSCHMAN


Questa notte ho visto la luna
uscire dalle nubi spesse e nere
nere e spesse.
Luna tonda e piena.
Ho pensato a Jack che arriva dalla California
e troverà brutto tempo.
Jack il poeta che canta parlando,
Jack che prende uno straccio e lo fa diventare farfalla.
Jack:
sudore sulle spalle;
Jack:
il fratello che hai accanto;
Jack:
75 anni da uomo, da compagno.

Questa notte ho visto la luna spuntare dalle nubi nere e spesse
mentre Jack raggiungeva il sud Italia.
L'aspettavano gli amici di sempre
e una luna nuova tonda e piena.
Auguri Jack.

giovedì 11 dicembre 2008

Neve e scintille


(Settimo, mercoledi 10 dicembre 2008)_333
NEVE E SCINTILLE


Non un anima viva e arrivo sul ponte del Po
che da Settimo porta a Castilione e San Mauro.
Nevica copiosamente,
solo le luci arancioni dei lampioni spezzano l'incanto dei fiocchi.

Giro a destra la strada sembra più pulita
eppure adesso inizia la salita della collina
in fondo scorgo il lampeggiante dello spazzaneve
lo raggiungo e mi tengo a una cinquantina di metri dietro.
La neve pare che quando tocchi l'asfalto scuro della tortuosa salita
faccia scintille,
dalla radio una canzone cubana "JOLANDA JOLANDA…"
la melodia cubana è struggente ma non come la napoletana.
Si somigliano,
quasi come ora le scintille della lama dello spazzaneve
e i fiocchi grandi e bianchi che scendono dal buio.

Scintille e neve
neve e scintille
per rompere il buio
aprire nella mattina un varco
dare una luce al bosco
che ora pare addormentato.
Entro in ufficio.
Sono arrivato puntuale.

lunedì 8 dicembre 2008

Le nuvole-gabbiano


(Settimo, lunedi 8 dicembre 2008)_332
IL CAPITANO CHE SMONTA LA SUA NAVE
dal porto di Genova alle colline delle Langhe

Il capitano è ritto sul ponte che guarda la città
ed il sole che scalda la pipa appena spenta
come i suoi occhi che guardano la nave
smontata dai marinai tristi
andare via pezzo dopo pezzo
la sua nave
la sua vita
è la crisi dice rispondendo al giornalista che ha fretta di andare .

immaginare la nave sulle colline
arenata e lontana dal mare
dal porto di Genova
tutto sarebbe più facile per il Capitano per la pipa
per i marinai tristi
sarebbe più facile come fare un vino cattivo
come il loro destino.

sabato 6 dicembre 2008

Il sole di Concetta


(Settimo,venerdi 5 dicembre 2008)_331
IL SOLE DI CONCETTA

Concetta faceva la magliaia.
Stufa di sentire i lamenti dei suoi vicini e clienti
per il cattivo tempo,
la pioggia, il vento, la neve,
che tormento...
..e la nebbia proprio bella anche quella!
e il ghiaccio e la galaverna.
Decise allora di fare il sole,
il Sole di Concetta,
poi chiamò tutti ad ammirarlo:
qualcuno disse che non scaldava,
qualcuno che balle sono ...queste
ma ai più piacque
e Concetta la magliaia ne fu contenta.

"SCARTI" di Almateatro

...

Enza Levatè e Suad Omar

giovedi 4 dicembre
al Centro Interculturale delle Donne ALMA MATER di Torino.
Ultimo appuntamento della Rassegna
ALMA 2008 - Passioni Teatrali
che in questa seconda fase ha voluto proporre alcuni spettacoli
prodotti in passato e alcune proposte future di Almateatro
per festeggiare insieme al pubblico i primi 15 anni di vita
del Gruppo.
Per chi non conoscesse ancora i lavori di Almateatro, sono
un gruppo di 8 donne provenienti da vari paesi del mondo che
nei loro 15 anni di lavoro insieme hanno analizzato temi
socio-politici del mondo globalizzato da una prospettiva
di genere.
Lo spettacolo proposto nella serata del 4 dicembre è stato
SCARTI, una riflessione sul tema dei rifiuti, oggetti e persone
sui modelli di sviluppo che li generano e sulla parte di noi
che non vogliamo vedere e accettare.
Protagoniste dello spettacolo sono tre donne che per motivi
diversi si trovano “scartate” dal mondo fuori
e si ritrovano in una discarica urbana che potrebbe essere posta
in una qualsiasi delle nostre città.

A seguire è stato presentato il trailer LATTE DI CAMMELLA
che riflette sul ruolo dell’Italia colonialista in Somalia.
Enza Levatè, Suad Omar e Vesna Scepanovic
.
Enza Levatè

“Scarti” - (produz. 2004)
con Sonia Aimiuwu, Enza Levatè,Vesna Scepanovic
Regia di Gabriella Bordin e Rosanna Rabezzana.

Trailer dello spettacolo “Latte di cammella”
con Suad Omar e Vesna Scepanovic.
(produz. 2008 /2009)

Associazione AlmaTerra
Via Norberto Rosa 13/A
10154 - Torino
Tel. 011/2467002 - Fax. 011/2056133
E-mail: almainfo@almaterratorino.org
...

giovedì 4 dicembre 2008




"Al Museo Ebraico" di Domenico Cosentino


AL MUSEO EBRAICO

Erano seduti lì,
svogliatamente,
su quelle scale di quella piazza grigia e spoglia.
In quella terra straniera da poco tempo,
quel tanto che basta per capire che lì faceva sempre freddo,
che il colore predoni mante era il grigio.
Il cielo grigio,
le case grigie,
le strade grigie…
in mano entrambi avevano un bicchiere di plastica
pieno di quel caffè lungo e acquoso che vendono all’estero.
L’aveva comprato lui pochi secondi prima in un chioschetto.
Non parlavano.
Cercavano di riscaldarsi con quella brodaglia dolciastra.
" è finita vero?"
Chiese lui. Una domanda retorica.
"… si, credo di si"
"perché?"
"perché vuoi trovare un significato a tutto?"
"così…"
Finirono il caffè e si alzarono.
Soli tra la folla.
...

Domenico Cosentino (1982)
Pomigliano d’Arco (NA)
http://www.cosentinonico.splinder.com

mercoledì 3 dicembre 2008

Verso Porta Pila


(Settimo, lunedi 1 dicembre 2008)_330
GIORNALI...IO NON HO TEMPO DA PERDERE

Al semaforo il venditore del quotidiano cittadino
è sempre gentile, sono anni che prendo il giornale da lui
soprattutto la domenica
uguale nei modi
nel tono della voce
imperturbabile al freddo inverno e nell’afosa estate.

Una domenica mi dice:
“Io li vendo da dieci anni, tutti i giorni alle 5,30 sono qua,
con la pioggia e il sole ma non li leggo mai,
mica ho tempo da perdere io...”.
Ho ingranato la prima e via verso la galleria del Pino,
dal retrovisore
ho visto l'uomo dei giornali chinarsi a ricevere 1 euro
da una macchina azzurra.
Poi ha iniziato a nevicare.

lunedì 1 dicembre 2008

Alla stazione di Chieri


GLI ALTRI... di Franco Dionigi

GLI ALTRI…
( Ad una ammiratrice )

Gli altri se ne andarono
a sera, senza indugiare,
senza soffermarsi
il tramonto ad ammirare.
Per contro ti chinasti
raccogliendo sassi,
non per lapidarmi
o fiondarli nello stagno.
Con mano lieve
nel buio l’incastonavi
come brillanti
nelle dita inanellate.
Il sasso sul selciato
s’accese di riflessi,
dono del poeta, magia,
il diamante levigato.


(Franco Dionigi)

Potrei dire di me:
tanti ma tanti anni fa, entrando nel mondo degli "uomini"
- (nonno, ma che lavoro facevi quando eri un uomo?) -
mi trovai ad un bivio tra la professione di medico
o coltivare e abbracciare totalmente
il culto del bello, della letteratura, scrittura, disegno, pittura,
insomma realizzare l'impulso creativo che mi sentivo dentro.
Un parente pragmatico mi cantò il noto ritornello:
- impara l'arte e mettila da parte -.
Gli diedi retta, per cui fui medico
e soffocai l'interesse per le cosidette belle arti,
con una attività senza respiro per la scienza
che allora si riteneva in antagonismo all'arte.
L'andata in pensione fu come il cedimento d'una diga.
Mi cadde addosso, proprio come dice Montale, la Poesia.
Non so se sono riuscito a non affondare e se i miei sforzi
approdano a qualcosa di valido.
George Gray, in Spoon River dice di sè:
"L'amore mi si offrì, ma io mi trassi dal suo inganno.
L'ambizione mi chiamò, ma io temetti gli imprevisti".
Ebbene, superate le paure, vorrei dire in versi il mistero della vita.
Che continua.

...

Il piazzale della stazione di Chieri


(Settimo, domenica 30 novembre 2008)_329
DOMENICA ALLA FERMATA


La mattina è nebbiosa.
Alla fermata del bus un ragazzo e una ragazza,
con giubbotti di pelle nera e piercing,
alle labbra lei, al naso lui e al sopracciglio destro
con perline azzurrine,
parlano del concerto che devono fare questa sera
in un locale alternativo.


Intanto tirano fuori un pacchetto di sigarette
ma non trovano l'accendino,
allora la ragazza che ha i capelli legati a coda di cavallo
mi chiede se ho del fuoco,
le porgo l'accendino arancione e le dico di tenerlo
che io fumo solo la sera dopo cena
e adesso sono solo le 9 della mattina.

Le chiedo da quanto aspettano l'autobus:
"Mah, forse 20 minuti, ma oggi è domenica
e le corse sono di meno…",
"Già, pochi autobus..".
Dopo 15 minuti arriva il 51,
che ha un colore grigio-marrone arancione
e anche la pubblicità sulle fiancate è quasi tutta coperta dal fango
ma si può leggere ancora sotto il sorriso di una giovane donna,
"PRENDI IL MEZZO PUBBLICO SARAI PIU' RILASSATO".

Guardo i due ragazzi salire,
tirare una ultima boccata e buttare la sigaretta
nella poca neve rimasta davanti alla fermata.
Inizia a piovere
una pioggia gelata.
Guardo l'autobus sparire nella nebbia della cintura torinese.